Nugae – Mangiatori di patate
Altro che animale razionale, l’uomo è un’insalata di patate. Aristotele avrebbe bisogno di un weekend alle terme per riprendersi dal trauma. Nemmeno un’insalata un po’ fusion con qualche bacca esotica o ingredienti eco-chic. Una ciotola bianca con un po’ di patate malamente tagliate a dadini e condite con quella che apparentemente è maionese tirata fuori da un triste tubetto. Questo è ciò che è stato pubblicato sul sito Kickstarter, piattaforma di crowdfunding per sognatori che cercano adorabili investitori muniti di buoni sentimenti nei confronti l’estro artistico, dal signor Zack Danger Brown. Il quale con ancora 20 giorni di raccolta fondi davanti a se ha già tirato su la bellezza di più di 49 mila dollari. Progetto: esattamente quello, “farò un’insalata di patate”, basta. E per motivare ancor di più i finanziatori della sua impresa: “non sono nemmeno sicuro che verrà bene. È la mia prima insalata di patate”. Niente, successone. Che ha generato in una climax di follia ammirazione, imitazioni, ispirazione. L’israeliano scaltro Oded Sharon sta già raccogliendo fondi con lo stesso sistema per creare un giochino per cellulari con patate volanti. E ora sono tutti lì a dar consigli a Zack su come dovrebbe usare i suoi inattesissimi soldi, proponendo buone cause di qua e di là. Ma insomma, non sarebbe stato più sensato pensarci prima alla caritas? Facile immaginare il cliccatore medio: far terminare la fame nel mondo? No, dai. Ricerca sul cancro? Vabbè, un’altra volta. Insalata di patate? Bella idea, ecco dieci euro. Grandi processoni avvengono nel cervello umano, proprio. Per quanto ci pavoneggiamo della nostra intelligentia, è evidente che siamo creature dagli istinti piuttosto elementari. E non ci dispiace particolarmente. E magari è per questo che esistono l’odio, la violenza, la guerra. D’altra parte, per quante interpretazioni sociologico-metaforiche o motivazioni storico-ideologiche si possano trovare, un’insalata di patate è sempre un’insalata di patate, e un missile è sempre un missile. E nel primo caso ci saranno sempre troppe calorie, nel secondo sempre troppo dolore.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
(13 luglio 2014)