Oltremare – I miei Mondiali

fubiniLa notte del 9 luglio 2006 ero a Torino, e pareva che in Germania contro la Francia avessimo vinto una guerra, non una partita di calcio. La testata di Zidane che abbatté Materazzi, i rigori come al solito roulette russa di ogni calciatore. Il 10 luglio, ancora rintronata dai cori da stadio per le strade, salivo su un aereo diretto al Ben Gurion Airport con davanti esattamente sei settimane di pseudo-vacanza: lunghe mattine al Beit Ha’Am a Gerusalemme a studiare ebraico, e i pomeriggi a valutare se questo paese stranamente famigliare avrebbe potuto diventare casa mia. Neanche il tempo di sistemarmi, e il 12 luglio sono partita per Haifa a trovare amici italiani immigrati da poco. Che l’aria in Israele fosse tesa mi era chiaro già dalle news italiane, ma quando si parte per Israele serve un buon peso di fatalismo. L’autobus, un Egged verde fuori e dentro, e pieno di soldati in uniforme. Alle 18:00 l’autista alza il volume per far sentire a tutti le notizie. Silenzio teso. Simultaneamente succedono tre cose: il mio cellulare con scheda israeliana smette di avere ricezione; la radio pronuncia due parole a me comprensibili in mezzo all’ebraico allora ignoto ed ostico “Haifa” e “Katiusha”; e entriamo in Haifa. Quella stessa notte, dopo aver constatato che il rifugio del palazzo non era agibile, siamo ripartiti verso Gerusalemme, dove per fortuna ero ospite in un appartamento grande abbastanza per me più una famiglia con due bambini. Durante tutta quell’estate israeliana, la mia prima, e la mia prima guerra, Gerusalemme è rimasta fuori dai combattimenti, riempiendosi come un uovo di israeliani del nord e del sud che cercavano calma e silenzio. Mentre scrivo, si gioca la finale del mondiale del 2014, otto anni dopo. La guerra stavolta è iniziata da sud, ed è con noi da una settimana. Tre cose per me oggi sono diverse: sono israeliana, sono sotto il fuoco nemico, e vedo le news locali in diretta e senza traduzioni. Certo, in pace è meglio. Ma comunque meglio qui che altrove.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(14 luglio 2014)