…distorsioni

Grazie a un’amica, leggo sul Corriere della Sera online: “L’aviazione israeliana ha lanciato oltre 800 razzi da Gaza su Israele in cinque giorni: più di 160 al giorno.” Ora, che il desiderio della stampa anche moderatamente terzomondista (e purtroppo di molti amici di sinistra) sia di addossare sempre su Israele la responsabilità dei mali del mondo è da tempo assodato. Che meno si nominano i terroristi di Hamas e i loro supporter e più si evidenzia l’esclusiva prepotenza israeliana è altrettanto evidente. Ma che a contrastarsi sulla scena del conflitto ci siano, da una parte e dall’altra, israeliani contro israeliani può apparire anche ai più prevenuti e smaliziati una verità poco plausibile. Anche gli errori e i refusi fanno parte della retorica della propaganda. E comunque, in situazioni come la presente emerge dall’animo e dalle menti anche della crème intellettuale tutta quella schiuma biancastra che darebbe anni di lavoro ad allievi di Freud sul rapporto più o meno inconscio fra antisemitismo e antiisraelianismo. Ciò che mette in movimento il sangue, anche a un illuso che volesse tentare di continuare a vedere le cose a colori e non in tutto bianco e tutto nero, è la ricerca del controbilanciamento che tenta il giornalista quando, a un telegiornale nazionale, commenta l’avvio di una campagna di propaganda palestinese in lingua ebraica, ma si sente in dovere di precisare incidentalmente: “propaganda di cui peraltro gli israeliani sono maestri”, senza aggiungere alcuna specifica che dia il senso di una frase enigmatica quanto bislacca. Non so se questo sia antisemitismo, come direbbe qualche amico, ma certamente è strabismo politico, stile retorico disonesto, prevenzione antiisraeliana che non fa onore a chi avrebbe il dovere di informare, prima che di commentare con opinioni che strumentalizzano, oltre che l’innocenza del linguaggio, l’ingenuità dell’uditorio.

Dario Calimani, anglista

(15 luglio 2014)