DIPLOMAZIA – Come vedono l’operazione i leader internazionali?
Fino all’ultimo il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha cercato di evitare l’incursione via terra a Gaza. Consapevole delle difficoltà di uno scontro sul campo e del rischio per i civili, Netanyahu ha resistito a lungo alle pressioni interne per dare il via all’incursione. Poi però è stato praticamente costretto a dare il via alle operazioni terrestri a causa del continuo lancio di missili contro Israele, oltre 1700, e il pericolo costituito dai tunnel sotterranei costruiti da Hamas. Come afferma il corrispondente diplomatico di Haaretz Barak Ravid, tutto ciò ha convinto il mondo della buona fede di Netanyahu in questo conflitto. “La principale ragione per cui Israele sta ricevendo il supporto internazionale per la sua operazione a Gaza – scrive Ravid – è che, a differenza del passato, i leader del mondo credono in Netanyahu”. Secondo Ravid, il presidente americano Barack Obama, il premier tedesco Angela Merkel, il primo ministro britannico David Cameron, sono consapevoli che Israele sta agendo per difendersi dalla minaccia di Hamas, il movimento terroristico che controlla la Striscia. “Hanno visto – continua l’analista di Haaretz – come ha cercato di affrontare le pressioni interne, come ha posticipato l’azione per diversi giorni, accettando persino la tregua proposta dall’Egitto. Sono convinti che tutto ciò non sia un trucco per portare alla rioccupazione di Gaza, ma piuttosto il risultato di un suo autentico desiderio di evitare l’escalation di violenza”. In una lunga conversazione intercorsa venerdì tra Obama e Cameron, il nome di Netanyahu, affermano fonti legate al gabinetto britannico, è stato citato sempre i modo positivo. Non c’è stata una parola di condanna per l’incursione israeliana via terra. Non una richiesta di immediato cessate il fuoco.
d.r.