MEDIA / Come si informano gli israeliani?
Sapere cosa sta succedendo è in questi giorni una priorità per i civili israeliani, che continuano a dover ricorrere ai rifugi antimissile, con tempi che vanno dai quindici secondi alla manciata di minuti. Comunque troppo poco, e comunque con addosso una pressione che rende l’efficienza del sistema dei media fondamentale.
Nell’infografica – che pur pubblicata nel maggio 2012 rende bene la ricchezza del sistema informativo israeliano – vengono mostrate le caratteristiche principali di un “media landscape” che integra televisione, radio, giornali e new media. Una ventina di giornali che hanno un pubblico di lettori non indifferente (circa il venti per cento degli israeliani legge un quotidiano, ogni giorno) radio, una percentuale molto alta della popolazione ha accesso a internet e oltre ai numerosi canali radio – che raggiungono il novanta per cento della popolazione – ci sono anche diverse radio militari. Le televisioni – canali pubblici e privati – sono onnipresenti, e gli apparecchi sempre accesi.
Una testimonianza della necessità costante di tenersi aggiornati è data dal lavoro del fotografo Oded Balilty – l’unico fotografo israeliano ad aver vinto un Premio Pulitzer – che mostra bar, case e negozi con le tv sintonizzate sulla guerra. Come raccontato su ilpost, che ha pubblicato una collezione di immagini appartenenti a questa serie, si tratta di una serie di schermi che mostrano esplosioni, bombardamenti, aerei e razzi, e che spiccano tra le mura scrostate di un bar, o sulla tappezzeria decorata delle case, fra i pacchetti di caramelle e chewing gum degli alimentari, o le tovaglie a quadretti dei ristoranti.
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