pace…

L’arcobaleno di colori della bandiera della Pace tanto sventolata e abusata in questi giorni non si addice al monocolore mentale di chi la sventola o la mostra sul proprio balcone, sia esso cittadino privato o personaggio istituzionale. Tra i colori della Pace e della protesta non trovano spazio le ragazze nigeriane, il conflitto russo-ucraino, i morti in Siria, i cristiani in fuga da Mosul e dall’Africa musulmana, i morti di Libia, i migranti disperati tra i flutti di Lampedusa. Un solo unico ossessivo e partigiano colore occupa le menti dei pacifisti: Israele, colpa delle colpe, problema di ogni problema, genesi di ogni nemesi. Israele che affama ed ammazza, Israele che non ha diritti ed ha solo capi di accusa, Israele la cui presenza non può essere accettata e difesa ma solo tollerata nel migliore dei casi, quando non si invoca la sua scomparsa. Ecco questo deserto morale per molti si chiama pace. Anzi Pace. Unica e sola. Senza se e senza ma. Pace che di fatto e’ un pericolo per tutti: per i cristiani, per le donne, per le minoranze di ogni colore e di ogni orientamento. Una Pace grigia. Viene in mente Publio Cornelio Tacito: Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(25 luglio 2014)