Storie – I curriculum ripuliti
Il progetto del razzo statunitense Saturn V, che nel luglio del 1969 lanciò sulla Luna la navicella spaziale Apollo 11, fu elaborato e diretto dal barone nazista Wernher Magnus Maximilian von Braun, l’inventore dei razzi V1 e V2, che colpirono Londra e il Belgio nell’autunno del 1944.
La storia di von Braun e del gruppo di scienziati nazisti (fisici, chimici, medici) assoldati nell’immediato dopoguerra nell’esercito degli Stati Uniti è stata ricostruita in un libro da poco uscito, firmato da Annie Jacobsen, reporter del «Los Angeles Times Magazine».
Il titolo del saggio, «Operazione Paperclip (edito in Italia dalla Piemme), ricalca il nome in codice della missione dei servizi segreti americani (prima l’Oss e poi la Cia) che si pose l’obiettivo di sottrarre i cervelli tedeschi e i loro segreti scientifici all’Unione Sovietica. Paperclip si traduce in italiano «graffetta», allusione abbastanza scoperta ai curriculum degli scienziati, che furono sapientemente ripuliti dai servizi segreti americani.
Tale operazione, come ricostruisce la Jacobsen, venne condotta con grande spregiudicatezza e consentì di salvare anche veri e propri criminali di guerra. La ricerca della Jacobsen, attraverso la documentazione inedita di archivi anche tedeschi, interviste e testimonianze, segue le vicende post-guerra di 21 di questi cervelloni tedeschi dal passato non proprio irreprensibile: 8 di loro erano stati stretti collaboratori di Hitler, Himmler o Goering, 15 avevano aderito al partito nazista e 10 facevano parte del corpo delle SS.
Gli anni oscuri delle loro esistenza furono cancellate, con la promessa dell’oblio in cambio dei loro servigi scientifici. I servizi segreti statunitensi erano infatti convinti che tra comunisti e nazisti, fossero i secondi il male minore.
La figura simbolo di questo cinico riciclaggio di cervelli è quella del barone von Braun che, per produrre i suoi celebri missili V2, non si fece scrupolo di costringere forzatamente migliaia di deportati del lager di Mittelbau-Dora a lavorare in condizioni disumane (e spesso a morire) in fabbriche che erano nascoste nel cuore della montagna per sfuggire ai bombardamenti alleati.
Un altro caso riprovevole è quello di Otto Ambros, ingegnere chimico, inventore dei gas letali utilizzati dai nazisti, che sperimentò nei laboratori di Auschwitz con cavie umane. Nonostante la sentenza di condanna al processo di Norimberga, Ambros nel 1952 fu liberato e spedito con biglietto di sola andata in Usa a lavorare per l’azienda chimica W.R. Grace e per il dipartimento Usa dell’energia.
Mario Avagliano
(29 luglio 2014)