STRATEGIE / Cosa finanziano davvero
coloro che commerciano con il Qatar?

Il Qatar possiede Porsche, Volkswagen, Barcellona (la squadra di calcio), Paris Saint-Germain (sempre calcio), la compagnia petrolifera Total e la catena di supermercati Sainsbury’s… In pratica è uno dei paesi più ricchi del pianeta, e – secondo Jonathan Schanzer, della Foundation for Defense of Democracies, anche uno dei principali finanziatori di Hamas. E Hamas, sempre più isolato, ha spese annuali che secondo le ultime stime si aggirano intorno al miliardo di dollari.
La Qatar Investment Authority una delle più ambiziose del mondo, e negli anni ha saputo fare investimenti mirati e oculati, e secondo Bloomberg possiede beni per un valore di un centinaio di miliardi di dollari. Nel 2012 l’allora emiro del Qatar è stato il primo capo di stato a visitare Gaza dopo la presa di potere di Hamas nel 2007, cui donò allora 400 milioni di dollari. Dopo la sua abdicazione, avvenuta lo scorso anno, suo figlio Tamim bin Hamad Al Thani, educato nel Regno Unito, è salito al potere, e le sue posizioni nei confronti di Hamas sono uguali.
Dopo Sainsbury’s, il Qatar è pronto ad aumentare i suoi investimenti, in particolare nel Regno Unito, e punta al controllo di Harrods, e di alcune banche, tra cui Barclays. E il Qatar è anche un grande acquirente di armi prodotte negli Stati Uniti: secondo il Businnes Insider le batterie di missili Patriot e gli elicotteri Apache per un valore di circa 11 miliardi di dollari appena acquistati sono solo l’ultimo ordine.
Le guerre costano care, e i missili posseduti da Hamas – sempre più sofisticati, e in grado di arrivare a colpire sempre più lontano – sembrano non finire mai. L’economia di Gaza, da sola non è certo in grado di sostenerne il costo.

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