Il ruolo di Abu Mazen
Secondo le recenti notizie Abu Mazen, presidente dell’Anp, sarebbe in procinto di guidare al Cairo una delegazione palestinese insieme ad Hamas e alla Jihad Islamica, entrambi da Gaza. Lo scopo sarebbe quello di raggiungere un accordo con l’Egitto di al-Sisi per l’apertura del valico di Rafah, che è vitale per Gaza e sarà in ogni caso controllato dagli uomini di Abu Mazen. Si sta verificando quanto avevamo previsto qualche settimana fa quando scrivevamo su queste colonne che Abu Mazen potrebbe essere la soluzione del complesso problema palestinese. L’ex presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, ha detto ieri che non c’è più un mondo arabo in lotta contro Israele, mentre il vero pericolo per tutti è nei fondamentalisti islamici. Secondo Peres una soluzione possibile sarebbe trasferire Gaza sotto il controllo di Abu Mazen, con l’accordo egiziano. Progetti forse lontani, ma non tanto se è vero quanto pubblicato sulla stampa israeliana a proposito di Netanyahu, che avrebbe chiesto a Kerry di agire per un cessate il fuoco. Non è escluso che Netanyahu ritenga Hamas un male minore rispetto a chi potrebbe rimpiazzarlo. Pertanto egli vorrebbe diminuire la sua forza pur mantenendolo nella strisca di Gaza. Insomma è un continuo passaggio da una soluziona alla contraria, apparentemente. Non ha certo facilitato una soluzione Obama che si è messo a urlare al telefono su Netanyahu. La crisi attuale dura ormai da 24 giorni e bisogna porvi termine, dopo aver ucciso circa 1500 uomini di Hamas, e dopo aver perso 53 soldati israeliani. Israele è riuscita ad eliminare alcuni comandanti locali ma non gli alti gradi del movimento, che si nascondono in bunker sotterranei (talvolta sotto gli ospedali) e che si sono dati alla macchia due giorni prima dell’inizio dell’operazione attuale.
Sergio Minerbi, diplomatico
(31 luglio 2014)