#IsraeleDifendeLaPace Hamas, tregua violata nel sangue

soldatiTregua umanitaria violata, lancio di missili costante dalla Striscia di Gaza verso Israele, il rapimento di un soldato di Tsahal durante un’azione terroristica condotta con armi e l’ausilio di un kamikaze. Sulle speranze di cessate il fuoco e di una pronta risoluzione del conflitto ancora, inesorabile, si abbatte la violenza integralista di Hamas.
Nato a Kfar Saba, 23 anni, il sergente Hadar Goldin è stato rapito nella prima mattinata nei pressi di Rafah, località meridionale della Striscia al confine con l’Egitto. L’agguato è stato lanciato da un tunnel sotterraneo che Tsahal non era ancora riuscito a individuare. L’esercito israeliano si è subito lanciato in una difficoltosa ricerca per salvarlo dalle ritorsioni della leadership islamista. Le operazioni, guidate dal comandante Ofer Winter, sono condotte casa per casa.
“Hamas è responsabile dell’interruzione della tregua e pagherà per le proprie azioni criminose”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontrando il segretario di Stato americano John Kerry. “La rottura della tregua è un atto unilaterale di Hamas, che ha tradito gli accordi stipulati nelle scorse ore” ha poi incalzato Netanyahu nel corso del colloquio.
Sale intanto, drammaticamente, il numero dei morti. Al momento si contano 63 tra ufficiali e soldati israeliani caduti dall’inizio delle operazioni via terra nella Striscia (due dei quali nell’azione che ha portato al rapimento di Goldin), mentre nuove perdite si registrano anche tra la popolazione palestinese, costretta da Hamas a fungere da scudo umano nella difesa degli armamenti. In prima linea anche donne e bambini.
Sempre Hamas ha oggi impedito che i feriti, tra i civili di Gaza, potessero usufruire delle cure dello staff in servizio permanente nell’ospedale di Erez, predisposto all’uso dall’esercito di Israele a partire dal 20 luglio scorso.
Nelle prime ore del mattino, a seguito dell’accordo tra le parti raggiunto nella giornata di ieri, avrebbero dovuto avere inizio 72 ore di tregua. Dopo pochi minuti dall’entrata in vigore del cessate il fuoco le intenzioni di Hamas sono sembrate subito chiare tanto che a mezzogiorno, ora locale, risultavano oltre 90 ordigni lanciati oltreconfine (di cui 17 intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, fondamentale per la salvezza di molte vite umane). Le prime sirene sono suonate nel kibbutz di Keren Shalom e poi, a seguire, nel raggio di alcune decine di chilometri. Segnali d’allarme in particolare ad Ashkelon e Beersheba. Le batterie di Iron Dome hanno fatto sì che gli ordigni non esplodessero a terra.

(Nell’immagine, in primo piano, il comandante Ofer Winter che guida le operazioni di ricerca del sergente di Tsahal rapito da Hamas)

(1 agosto 2014)