Nugae – Esopo relitto

fmatalonE io che pensavo che fosse solo Esopo. Le storie con una morale saggia ma un po’ melensa esistono anche nella realtà. Non saranno in una fascinosa lingua antica, ma sono anche più carine. Il protagonista non viene dal mondo animale ma è dotato lo stessodella parola, non mangia uva acerba ma bagel al salmone e non vive nella foresta ma in uno sfavillante panorama newyorkese. Ah e si chiama Ari Goldman, affermato giornalista del New York Times, professore alla scintillante scuola di gioralismo della Columbia e autore di diversi libri di successo. Tutto è iniziato nell’ormai lontano 2008, quando Ari accompagnava il figlio tredicenne violoncellista alle prove con l’orchestra. Un tempo violoncellista a sua volta, appeso l’archetto al chiodo per dedicarsi a redazione e famiglia, chiese un giorno di partecipare a una prova, sedendosi fra il figlio è un bimbetto ottenne, e iniziando a strimpellare rivivendo le emozioni di gioventù. La reminescena fu così piacevole, che Ari chiese di unirsi più permanentemente all’orchestra del figlio. Insomma, il sogno di ogni adolescente. Ma alla fine, dopo un po’ l’ultracinquantenne Ari decise di lasciare. Questa esperienza fu a suo tempo oggetto di un articolo intitolato Big Cello, Little Cello. Ma non finisce qui. Goldman ormai si era riappassionato, ma giustamente gli anni di non allenamento avevano un discreto peso nel rendere difficile la sua ammissione in orchestre di adulti. Senonché, ha scoperto la meravigliosa Late Starters String Orchestra: “Se suonavi uno strumento ad arco da giovane e vuoi riniziare o stai imparando da adulto, siamo il gruppo per te! Il nostro scopo è di cerare un ambiente divertente, non competitivo e di sostegno per adulti diciottenni o ultraottuagenari che desiderano fare musica collettiva”, scrivono sul loro sito. E così Ari ha ritrovato se stesso e ha scritto il libro intitolato The Late Starters Orchestra. “Nel libro parlo del movimento del ba’al teshuva – persone che non erano religiose e diventano osservanti. Io Io sono un ba’al teshuva quando si tratta del violoncello”, spiega in un’intervista al Forward. Racconta anche che il rabbino della sua sinagoga gli ha chiesto di tenere una conferenza. Va bene, è arrivato il momento della morale, una cosa perfetta per un musical disneyano tipo “evviva, crediamo in noi stessi, non è mai troppo tardi per seguire i propri sogni!”. Delizioso, ma un po’ mainstream. Ma un altro aspetto colpisce: certo che ce ne vuole di umiltà per essere un professorone nonché giornalistone e iniziare a fare una cosa in cui non si bravi per nulla ormai sessantenni e per di più all’inizio con un gruppo di bambinetti. Allora non è mai troppo tardi anche per avere qualcosa da imparare dagli altri. Ops, questo se lo dimenticano sempre tutti.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF

(10 agosto 2014)