Qui Firenze – Insieme per la libertà

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“Preghiamo il Signore di consolidare ancora la nostra società attorno a questi valori allontanando ogni xenofobia, paura e odio verso chi è diverso, per la provenienza, la pelle o la religione.
Preghiamo il Signore di abituarci a vedere e cercare in ognuno l’umano che ci unisce come membri della stessa famiglia”. Lo ha affermato il rabbino capo di Firenze Joseph Levi intervenendo in occasione delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della liberazione della città dal giogo nazifascista. A sfilare nel corteo partito da Piazza dell’Unità e diretto a Palazzo Vecchio anche le insegne della Comunità ebraica fiorentina. Guidavano la delegazione la presidente Sara Cividalli e il vicepresidente Davide Sadun. “È un onore sfilare nel corteo, nel cuore di questa Firenze che è ancora oggi un baluardo di civiltà. Ricordare la Liberazione – afferma Cividalli – vuol dire approfondire diverse sfumature di emozioni e sentimenti: la gioia della libertà ritrovata dopo tanto buio, il dolore per le molte perdite umane subite durante la guerra, la dignità e la forza d’animo dimostrata dai fiorentini nel voler andare avanti”. Di seguito il testo integrale dell’intervento del rav Levi. 

Ci vediamo ancora una volta per ricordare e onorare le anime di colore che, in anni bui di difficoltà, hanno offerto la loro vita e il loro essere, il loro soffio vitale, per garantire a noi, all’Italia, all’Europa, a Firenze, una vita dignitosa democratica e libera.

Noi preghiamo per le loro anime immolate per proteggere la dignità di ogni espressione della vita umana, i valori del Risorgimento e della Rivoluzione che dopo tanti secoli ha portato in Europa la pace, la democrazia e la libertà.

Preghiamo il Signore di consolidare ancora la nostra società attorno a questi valori allontanando ogni xenofobia, paura e odio verso chi è diverso, per la provenienza, la pelle o la religione.

Preghiamo il Signore di abituarci a vedere e cercare in ognuno l’umano che ci unisce come membri della stessa famiglia.

Purtroppo questi valori biblici, rinascimentali e risorgimentali, per i quali i nostri cari hanno immolato la loro vita, non sono ancora condivisi da tutti in Europa e all’infuori di essa.

Dalla Nigeria a Mosul e Irbid, dall’India all’Est Europa, i diritti religiosi e la dignità della vita di giovani donne non sono rispettate e violate.

Dalla Corea del Nord all’Iraq alla Siria, il diritto alla propria identità personale e/o religiosa non è riconosciuto.

L’esistenza di intere comunità cristiane e musulmane, antiche e moderne, è ancora a rischio.

In Medio Oriente, in Siria e Libano, in Israele e Palestina, mancano il rispetto, la tranquillità e la pace per una intera generazione di giovani adulti.

Noi preghiamo il Signore di tutta l’umanità di guidare i leader religiosi delle nostre comunità a unirsi per approfondire il dialogo mettendo i valori delle nostre religioni a servizio dell’umanità intera, allontanando dalle nostre comunità ogni forma di odio per l’altro diverso da noi, ogni tentazione di evocare e strumentalizzare ancora antiche forme di antisemitismo, anti-cristianesimo, xenofobia anti-islamica, portando invece rispetto per ogni cultura e ogni espressione della vita, facendo della nostra fede uno strumento per la costruzione della pace, offrendoci come strumenti per consolidare nelle nostre società i valori della democrazia, della giustizia e della libertà.

Iniziando da qui, da Firenze, città della dignità umana, del dialogo interreligioso e della pace, richiamando e offrendo così riposo alle anime dei nostri martiri dell’ultima guerra.

Tanuach nafsham beshalom. Voglia il Signore della pace far riposare le loro anime in pace.

Joseph Levi, rabbino capo di Firenze

(11 agosto 2014)