…banalità
Ho conosciuto Mario Vargas Llosa (MVLL) quando venne all’Università di Gerusalemme nel maggio del 2010 per darvi una lezione magistrale al Centro Liwerant per lo studio delle società latinoamericane di cui ero consigliere. Nella sua conferenza trasparivano le affascinanti chimere del paradiso sempre vagheggiato ma mai raggiungibile dell’Eldorado, e il tragico contrasto delle abissali iniquità del mondo reale. Per noi di lingua italiana, temi tanto lontani eppure tanto vicini. MVLL era allora candidato al Premio Nobel che avrebbe ricevuto di lì a poco. Era un amabile conversatore, una persona alla mano. Andammo a cena assieme da amici ed ebbi così l’occasione di fargli da autista. Mentre passavamo dal Monte Scopus ai quartieri orientali e a quelli occidentali di Gerusalemme, da buona guida gli fornivo le informazioni essenziali sui luoghi e sulle loro problematiche. MVLL ascoltava, aveva le sue fonti… A cena gli chiesi: “Qual è il sogno che, dopo la sua visita a Gerusalemme, lei desidera che gli ebrei sognino?” Pensavo di aver aperto una cascata di saggezza da ascoltare con devozione e da centellinare a lungo. E invece la risposta del grande scrittore fu: “A dire il vero nessuno. Gli ebrei sono come tutti gli altri. Almeno in Perù”. Allora pensai che qualunque autista avrebbe potuto dire qualcosa di più intelligente. Ora ritrovo MVLL sulle colonne di El Pais. Scrive dei fatti di Gaza. Tutte gli usuali luoghi comuni, le unilaterali banalità: i pochi danni materiali e umani subiti da Israele (oh, se almeno quei danni fossero stati catastrofici!), il grave danno alle scuole dell’ONU e agli ospedali (purtroppo sede di depositi di bombe e sbocchi di gallerie sotterranee), il blocco israeliano dei valichi palestinesi (ignorando il continuo afflusso di elettricità, benzina, alimentari, medicinali, e il perché della chiusura del confine egiziano), la miseria della gente (ma le risorse per 10.000 missili e almeno 32 tunnel c’erano), il rischio che “il conflitto potrebbe estendersi a tutto il Medio Oriente e provocare un cataclisma” (!), la Shoah degli ebrei nel XX secolo e quella dei palestinesi nel XXI. Da MVLL che ha concorso a un’elezione presidenziale peruviana (per la destra), perdendola, mi sarei aspettato di leggere l’auspicio che Gaza possa divenire queste tre parole chiave: una società civile. Ma MVLL è incapace di tanta integrità analitica. Oggi penso che un gigante della letteratura può anche essere un nano del pensiero.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(14 agosto 2014)