Tea for two – L’Argentario
Dentro lo stabilimento balneare super iper chic dell’Argentario, siamo noi quattro: una legge il Newsweek che ha comprato solo per la copertina con il titolone Exodus ed il roboante sottotitolo “Perché gli ebrei stanno lasciando di nuovo l’Europa” e continua a sostenere che una delle pagine dell’articolo, completamente annerita per un errore di stampa, celi in realtà un complotto. Una mi obbliga a declamare Figlio di Hamas vicino ai dirimpettai di ombrellone tablet muniti, un libro, tanto inquietante quanto interessante, che ha comprato dopo aver setacciato librerie romane. L’altra cerca di spiegare al guidatore della navetta che potrebbe condurci a casa, sul cucuzzolo del monte, che non possiamo salire a bordo perché è Shabbat. Non ho mai dato peso all’importanza delle radici all’origine dell’amicizia con quelle tre. Abbiamo sempre anelato ed agito come illuminate dalla mentalità aperta, convinte di esserci ritrovate insieme proprio per questo. E invece un po’ conservative lo siamo, e per la prima volta non me ne rammarico. Penso alla nostra cena di Shabbat sul monte Argentario vestite di tutto punto, cariche di prelibati piatti non cucinati da noi, proiettate verso le teglie di concia e pomodori a mezzi. A volte la sensazione di non dover spiegare nulla, di non giustificare, di non sudare freddo è un balsamo rigenerante. E quelle tre sono state la mia vacanza ideale dalla vita vera.
Rachel Silvera, studentessa
(18 agosto 2014)