Dalle sardine alla Mole
Sul numero di agosto di DafDaf la rubrica mostre e musei è dedicata a un concorso molto particolare, a cui hanno partecipato quasi duemila illustratori da tutto il mondo, portando a Torino una ventata di creatività. L’idea era semplice: la Mole Antonelliana ha, oltre a una storia molto particolare che la lega alla Comunità ebraica di Torino, una sagoma molto riconoscibile. Sagoma che è diventata il vincolo da rispettare per gli artisti che hanno partecipato. Davanti alla Mole – che dopo essere nata come sinagoga della città è ora diventata un apprezzatissimo Museo del Cinema – è stata allestita una mostra delle opere selezionate, che è piaciuta talmente da essere stata prolungata fino a settembre.
Sardine a Lisbona, e la Mole Antonelliana
Da più di dieci anni a Lisbona, la capitale del Portogallo, si tiene un concorso di illustrazione, ideato per valorizzare la creatività e l’immagine della città. Si chiama “Concurso Sardinhas Festas de Lisboa”, e ha come tema uno dei simboli della città… le sardine! Funziona talmente bene che a Torino quest’anno si è costituita l’associazione “That’s a Mole”, che è partita dall’immagine simbolo della città, la Mole Antonelliana, e ha promosso a sua volta un concorso di illustrazione. Il successo è stato enorme, e nonostante si trattasse della prima edizione la giuria – ha dovuto scegliere fra 1.941 illustrazioni da 39 paesi diversi.
Alla fine sono state scelte 25 illustrazioni, che ora accolgono tutti coloro che passano dalla via Montebello, dove si trova la Mole Antonelliana. Prende il nome dall’architetto che l’ha progettata, Alessandro Antonelli, ed è stata per tantissimi anni l’edificio in muratura più alto d’Europa, con i suoi 167 metri e mezzo. Oggi ha un grandissimo successo come sede del Museo Nazionale del Cinema, ed è così caratteristico che è stato scelto per comparire sulle monete da due centesimi, simbolo della città, ma la sua storia non è iniziata tanto bene… La sua costruzione iniziò nel 1863, dopo che Carlo Alberto, (che in realtà si chiamava Carlo Alberto Emanuele Vittorio Maria Clemente Saverio di Savoia) con lo Statuto Albertino aveva concesso la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche.
La comunità ebraica di Torino acquistò il terreno dove ora si trova la Mole per far costruire un nuovo tempio, e una scuola, ma il progetto originale era molto diverso dal risultato finale che tutti conoscono.
Antonelli infatti iniziò a proporre una serie di modifiche che avrebbero portato l’edificio a raggiungere i 113 metri d’altezza, invece dei 47 del progetto originale… Arrivarono fino a 70 metri, ma i costi e i tempi erano cresciuti troppo, e la comunità fece fermare i lavori, nel 1869. Il terreno su cui era stata costruita, poi, era instabile, ed era stato necessario fare dei lavori aggiuntivi per rinforzare la struttura. Insomma, alla fine nel 1873 la comunità ebraica barattò l’opera con il Comune di Torino, in cambio di quel terreno, nel quartiere San Salvario, dove si trova ora la grande sinagoga cittadina. E il comune fece completare i lavori della Mole Antonelliana, che con la sua forma caratteristica è diventata protagonista del concorso “That’s a Mole”.
per informazioni www.thatsamole.com
da DafDaf 47, agosto 2014
(22 agosto 2014)