sorriso…

Inizia con oggi, il primo dei due giorni di Rosh Chodesh Elùl, l’impegnativo percorso di quaranta giorni di Teshuvah che ci accompagnerà fino al digiuno di Kippùr. In verità, e senza ipocrisie, nelle nostre Comunità, in quelle stesse sinagoghe dove ci concentriamo nelle intense preghiere, nelle riflessioni sul nostro comportamento riproponendoci cambiamenti propositivi per il futuro, e dove ascoltiamo lezioni e discorsi edificanti dei vari rabbini, abbondano le persone che non si parlano e che si guardano in cagnesco. Da sempre la nostra tradizione ai discorsi retorici e a generiche dichiarazioni di principio, predilige piccole azioni quotidiane e fattive. I nostri saggi ci raccomandano di accogliere ogni persona con un espressione gioviale e di precedere sempre con il saluto il nostro prossimo, perfino quando si incontra una persona più semplice e meno qualificata di noi. E il Talmùd (Ketubòt 111 b) commenta che la caratteristica principale del Messia sarà proprio il bianco dei denti. “…È migliore colui che rende bianchi i propri denti al proprio compagno rispetto a colui che gli dà da bere del latte….”. Come a dirci che il valore dell’amicizia e della disponibilità, che sono racchiusi in un sorriso, sono superiori a qualsiasi cosa materiale che si possa dare al prossimo. Con un volto gioviale l’uomo dona al proprio prossimo il suo cuore, e questo è ciò di cui oggi necessitano maggiormente le persone. In una società in cui si rincorre il successo materiale gli individui sono sempre più soli e depressi. L’uomo di oggi è in crisi perché è sostanzialmente solo, e un like su facebook, o una faccina su whatsapp, non arriveranno mai a sostituire un sorriso. Proviamo pertanto, fin da oggi, a salutarci sorridendo un pò di più. Forse arriveremo a Kippùr un pò più sollevati e meno soli.

Roberto Della Rocca, rabbino

(26 agosto 2014)