Quale futuro dopo la tregua

rassegnaCon la firma di una tregua a tempo indeterminato muta lo scenario di crisi tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas. Mentre ci si interroga su cosa accadrà nei prossimi giorni, i giornali registrano gli umori dei due governi e le reazioni delle piazze. A Gaza migliaia di persone sono scese nelle strade sparando in aria con pistole e kalashnikov per salutare la “vittoria sul nemico sionista”. E mentre anche il portavoce di Hamas parla impropriamente di “vittoria della resistenza palestinese”, esponenti vicini al premier israeliano Benjamin Netanyahu affermano: “È un nuovo testo di tregua egiziano, lo accettiamo come fatto con quelli in passato”. D’altra parte, scrive Maurizio Molinari sulla Stampa, razzi e colpi di mortaio di Hamas sono continuati a piovere sulle comunità del Negev durante l’intera giornata di ieri “causando la morte di un civile e almeno altri quattro feriti”.
L’accordo siglato ieri porta alla ribalta il ruolo del generale Al Sisi, capace di tessere una tela diplomatica che ha dato all’Egitto una posizione nuovamente preminente. “Il ‘Leone d’Egitto’ – sottolinea Fabio Scuto su Repubblica – strappa il suo primo successo diplomatico internazionale e sembra riportare il Cairo nel ruolo guida che ha sempre avuto nel mondo arabo, a dispetto dei nuovi paesi ‘emergenti’ nell’area”. Nella cronologia che accompagna il pezzo si ripercorrono alcuni dei momenti più drammatici di queste settimane. Con una grave omissione: quando si parla dei bombardamenti israeliani alle scuole Onu ci si dimentica infatti di menzionare che le stesse scuole erano utilizzate come deposito di armamenti da parte di Hamas e che Tsahal ha fatto di tutto per evitare perdite tra i civili. A questo modo l’informazione risulta non solo lacunosa ma anche fuorviante.
“Abu Bakr al Baghdadi, il leader dell’Isis, non solo è una stratega raffinato ma sa far bene i suoi conti. Il movimento estremista siro-iracheno è bene armato e con le casse piene di denaro. Che usa con sapienza, fa fruttare e investe in molte attività”. È quanto scrive Guido Olimpio sul Corriere della sera ricostruendo la rete di finanziamenti che permettono al ‘Califfato’ di consolidare la propria posizione di forza e intensificare i suoi crimini. Stime non scientifiche, redatte da americani e iracheni, farebbero ammontare il budget dell’Isis a circa due miliardi di dollari tra cash e proprietà.
Sui giornali – sia nazionali che locali – si continua a parlare del killer dell’Eur, delle sue turbe psichiatriche, delle sue millantate origini ebraiche (oggi smentite dalla famiglia) e della sua presunta intenzione di arruolarsi nell’esercito israeliano per combattere Hamas. Ieri, in alcune interviste, il proprietario della villetta in cui è stato consumato l’omicidio aveva raccontato di quella volta che Leonelli, la cui ossessione per il mondo ebraico si era fatta sempre più preoccupante, aveva vantato la conoscenza con il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. “Mai sentito nominare. In ufficio abbiamo un intero faldone di gente fuori di testa che mi scrive: ci sono persone di tutti i tipi, ma francamente questo delirio non me lo ricordo”, ha immediatamente commentato per i nostri lettori il rabbino capo. Per poi aggiungere: “Mi capita di incontrare e parlare con molta gente, anche per strada. Forse un giorno gli avrò pure stretto la mano e un mitomane come Leonelli avrà creduto chissà cosa. Sono dell’idea che la sua vicenda debba essere oggetto di investigazioni psichiatriche, non penso servano altre valutazioni da parte mia”. Stralci dell’intervista al Portale dell’ebraismo italiano sono oggi riportati dal Tempo e sul sito della Stampa, del Fatto Quotidiano e di Repubblica.
Fa intanto discutere la decisione del Comune di Milano di non porre ostacoli alla presentazione di una proposta per la moschea che sorgerà nel capoluogo lombardo al Caim, il coordinamento che riunisce oltre 20 sigle islamiche attive nel territorio il cui portavoce Davide Piccardo ha più volte espresso parole di odio nei confronti di Israele. Su Libero si riporta l’intervento della Comunità ebraica milanese che nel recente passato, a seguito delle farneticazioni di Picardo, aveva invocato una carta di valori costituzionali da sottoporre a chi vincerà il bando per l’assegnazione delle aree.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(27 agosto 2014)