Fare e non fare

ilanaSecondo alcuni “si ama l’umanità in generale per non dover amare gli esseri in particolare”. Una riflessione che ha suscitato anche una considerazione che mi ha inviato il rav Michel Monheit, il quale da Strasburgo, telegrafico e parafrasando quella citazione con un celebre verso della Torah, mi scrive: “Bella frase… וְאָהַבְתָּ לְרֵעֲךָ כָּמוֹךָ אֲנִי יְקֹוָק – E amerai (per) il tuo prossimo come te stesso, Io sono il Signore” e aggiunge “… Anche se non so come realizzare questa Mitzvà”. È nel rapporto interpersonale che passa l’universalità della dignità umana: “Devi amare facendo il bene per il tuo prossimo come faresti per te stesso, perché Io, il Signore, vi ho creati tutti uguali” (Ibn Ezra). Ma in che modo? Secondo Hillel si deve iniziare al negativo, evitando prima di tutto di fare il male, come disse un giorno a un principiante: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, il resto vai e studia”. Ma tutto ciò, invece che consolare, in fondo complica ancora di più la faccenda.

Ilana Bahbout

(29 agosto 2014)