“Più forti di chi diffonde odio”

gattegnaMedio Oriente, società plurale, dialogo interreligioso, lotta all’odio. Sono i temi toccati dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in una intervista per La Stampa (sezione Vatican Insider) firmata dal vaticanista Giacomo Galeazzi. Di seguito il testo dell’intervista.

Presidente, dalla frontiera coreana come in numerosi Angelus domenicali papa Francesco ha lanciato messaggi di dialogo tra le religioni. Sono appelli che avranno effetto secondo lei?
“Le parole di papa Francesco sono importanti e significative, come d’altronde spesso accade nei suoi interventi. L’auspicio è che alle speranze possano presto seguire i fatti anche se i segnali che ci arrivano da molti paesi del mondo vanno in una direzione diversa. Il fondamentalismo, il disprezzo per l’Altro, la violenza e la barbarie sembrano infatti imperversare. Dalla Siria alla Nigeria, dall’Iraq all’Afghanistan. Intere comunità perseguitate, come purtroppo ben sanno i fratelli cristiani”.

Nei giorni scorsi a Roma sono comparsi insulti e minacce sui negozi di commercianti ebrei. C’è il rischio di una nuova ondata antisemita in Italia?
“Episodi di matrice antisemita sono accaduti non solo a Roma ma anche in altre città. Siamo evidentemente preoccupati ma anche consapevoli dell’asse di collaborazione instaurato in questi anni con le istituzioni e le forze dell’ordine. La soglia di vigilanza è alta e stretta è la collaborazione con il Ministero dell’Interno e con altre realtà della sfera pubblica. Al Viminale, incontrando il ministro Angelino Alfano, ho avuto modo di confrontarmi su queste tematiche in occasione di un recente vertice. In più, il numero di italiani che rigettano il razzismo e la discriminazione è largamente maggioritario rispetto a chi fomenta l’odio. Sono fiducioso sul fatto che sapremo contrastare ogni forma di minaccia”.

Mai più violenza in nome di Dio, ha ammonito il Pontefice. C’è il rischio che le diversità di fede diventino un pretesto per conflitti geopolitici ed economici?
“Le più grandi, lunghe e sanguinose guerre che hanno afflitto l’umanità spesso, oltre a finalità di conquista, di dominio e di acquisizione di risorse naturali, hanno avuto una matrice religiosa. Spesso gli scontri di civiltà sono stati in realtà sanguinose guerre di religione, rese ancor più spietate dal fatto che i protagonisti agivano nella fanatica convinzione di assecondare o di realizzare una presunta superiore volontà divina, che non escludeva ma anzi contemplava anche l’uccisione di credenti di fedi diverse definiti come “infedeli”. Il dialogo interreligioso non è quindi solo auspicabile ma è necessario per superare fondamentalismi, integralismi, pregiudizi, superstizioni, deficit di reciproca conoscenza”.

Il dialogo interreligioso può aiutare a superare le divisioni?
“Il dialogo è sicuramente necessario ma probabilmente non è sufficiente a sventare il pericolo che in futuro l’umanità non regredisca nuovamente verso posizioni di cieca e sterile intolleranza. Un forte antidoto rispetto a questo rischio, sulla base dell’esperienza politica, religiosa e civile, è l’approdo di tutti a posizioni di laicità intesa non come anti-religiosità ma, al contrario come libertà di praticare qualsiasi culto o fede o anche di attestarsi su posizioni agnostiche o atee purché sempre nella pari dignità e nel reciproco rispetto”.

La guerra a Gaza aumenta il rischio di antisemitismo?
“Come già avvenuto in passato, l’intensificarsi di situazioni di conflittualità in Medio Oriente finisce per avere ricadute anche sulle varie comunità ebraiche della Diaspora. Un esempio drammatico ci arriva dalla Francia, dalla quale provengono preoccupanti segni di antisemitismo con aggressioni sia fisiche che verbali e sinagoghe prese d’assalto dai manifestanti. Il rischio esiste, sta a noi lavorare affinché – diffondendo cultura, mettendo a disposizione della collettività i plurimillenari valori dell’ebraismo italiano – vengano meno i pregiudizi e si arrivi alla costruzione di una società autenticamente plurale dove ogni diversità è tassello inalienabile di un mosaico più ampio e articolato”.