religiosi…

Se una persona non mangia kasher, non è considerato religioso. Se qualcuno non osserva Shabbat, non è considerato religioso. Se qualcuno ruba, tradisce o addirittura fa violenza o ammazza, ripetutamente e intenzionalmente, ma lo fa indossando una kippà e mangia kasher e osserva Shabbat, è considerato religioso dal mondo intorno a lui, dai media, dalla sua comunità, dalla opinione pubblica. Non so perché le cose stiano in questo modo, ma questo è un fatto che dobbiamo cambiare. La sola presenza di una kippà rende, agli occhi di molti, ogni azione “religiosa”. È qualcosa di aberrante e ridicolo che è intrinsecamente contrario agli insegnamenti della Torà, dei Profeti, dei Maestri. La percezione di ciò che è religioso non passa solo per le immagini stereotipate dei religiosi. Chiunque ami questo modo di agire non è religioso. Chiunque pensi che vivere in maniera immorale sia un modus vivendi accettabile e tollerabile, non è religioso. E il resto è parola dei profeti: Poiché Io desidero bontà, non sacrifici e la conoscenza di Dio più degli olocausti. (Osea 6,6.).

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(29 agosto 2014)