Mogherini e l’incarico UE – “Ruolo prestigioso, ma debole”

Mogherini - Yad Vashem
Dagli Esteri italiani a quelli d’Europa. Dal 1 novembre 2014, Federica Mogherini ricoprirà l’incarico di Alto commissario per la politica estera dell’Unione Europea. Un ruolo di prestigio, per lei e per l’Italia ma su cui ricadono diverse perplessità. Non tanto per le competenze di Mogherini, attualmente ministro degli Esteri italiano, ma a causa degli interrogativi legati alla politica estera europea: ve ne è davvero una comune a tutti i paesi dell’Unione? Ascoltando le parole di alcuni analisti ed esperti di questioni internazionali, tra cui il demografo Sergio Della Pergola e il diplomatico Sergio Minerbi, lo storico Claudio Vercelli e la giornalista Anna Momigliano, emergono con forza le problematiche di un ruolo che appare depotenziato in partenza. “L’Europa non ha una politica europea congiunta”, sottolinea il professor Della Pergola docente all’Università Ebraica di Gerusalemme, indicando tra le carenze più gravi l’inesistenza di una forza di difesa comune. “Mi sembra una brava persona, volenterosa – afferma Sergio Minerbi, già ambasciatore presso la Comunità Europea, rispetto alla nuova Lady Pesc, Mogherini – ma il ruolo che andrà a ricoprire contiene una contraddizione interna: se da una parte è prestigioso, dall’altra non ha valore perché in politica estera l’Unione Europea non ha una linea chiara e ha lavorato per non averla”. Secondo lo storico Claudio Vercelli, l’agenda UE dipende da quelle delle cancellerie più potenti: “Germania, Francia, e in misura minore Gran Bretagna”. E il suo auspicio è che la Mogherini possa spingere ad avere un attenzione maggiore per la situazione del Mediterraneo. “Non di Israele – spiega lo storico – ma di quanto accada in Siria, e ora anche in Libano, con le forze dello Stato Islamico”. Scetticismo sul ruolo dell’Alto commissario per la politica estera anche nell’analisi di Anna Momigliano. “Il ministro Mogherini sarà la rappresentante ma non potrà di fatto agire”, spiega la giornalista, perché stretta tra gli interessi che dividono i diversi paesi europei, che invita poi a moderare gli entusiasmi. Momigliano, così come Della Pergola, ricordano come la scelta del nome da porre alla guida degli Esteri dell’Unione sia dettata da equilibri politici tra le varie correnti politiche e tra i vari stati. “Faccio i miei auguri al ministro che è stata anche ospite recentemente della comunità degli italkim di Gerusalemme”, afferma il professor Della Pergola, che sottolinea come sarà interessante vedere chi prenderà il posto alla Farnesina di Mogherini (tra i nomi in circolazione, Lapo Pistelli, attuale viceministro degli Affari Esteri, ma il premier Matteo Renzi si è dato due mesi per prendere una decisione).
Rispetto a Israele e al conflitto con i palestinesi, l’UE ha fatto sentire poco la sua voce, se non con alcuni scivoloni dell’uscente Lady Pesc, Catherine Ashton. Da ministro Mogherini ha espresso una posizione sostanzialmente mediana tra le due parti. “Abbiamo sempre avuto un rapporto stretto, non solo diplomatico ma di amicizia, con il popolo palestinese e con lo Stato israeliano, e di ricerca testarda di una soluzione al conflitto”, aveva dichiarato il ministro nel corso di un’intervista al Messaggero, in cui le si chiedeva conto di una foto scattata con il presidente dell’Olp Yasser Arafat e di un post, apparso sul web, in cui avrebbe minimizzato il lancio di razzi da parte dei palestinesi. “Era una quindicina d’anni fa – aveva risposto Mogherini – feci anche una foto con l’israeliano Peres: mi occupo di queste cose da un po’ di tempo. Non sono andata a rivedere il virgolettato ma dubito di aver concepito il post nei termini che mi riferisce”.

Daniel Reichel

(31 agosto 2014)