Tea for Two – Saluti

Segue poi la scena di me che corro tra i prati in fiore abbracciata al portatile con una qualsiasi canzone di Cyndi Lauper di sottofondo.
Ebbene, siamo arrivati all’ultimo Tea for Two. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Sapevo che in fondo avrei provato un certo malessere. Perché è stato il mio diario poco segreto e il modo per incontrare tantissime persone. La meraviglia, l’incantesimo di trovare ogni tanto sul mio profilo di facebook qualche e-mail. Non potevo credere che non solo qualcuno leggeva, ma quel qualcuno addirittura voleva farmi sapere che mi leggeva o commentava quanto trovasse la mia foto vicino all’articolo totalmente bruttina. Chiunque passava sotto i miei occhi era cosciente del fatto che inesorabilmente sarebbe finito dentro un Tea for Two e che sedarim di Pesach e cene di Shabbat sarebbero state depredate di spunti. Tea for Two ha vissuto guerre, querelle comunitarie, matrimoni di Natalie Portman, estati a Tel Aviv, discussioni sul Medio Oriente che finivano in lacrime, delusioni e crisi identitarie. Non ha mai avuto il coraggio o la forza di cambiare il mondo, non ha urlato verità assolute, non è diventato virale. Ma mi ha cambiata, riempita. Ha ricoperto un ruolo di compagno fedele ed innamorato, di scatola magica nella quale sentirmi felice. Questo ultimo tea, dopo il quale ne seguiranno altri, mascherati, di sapori diversi, più maturi, lo dedico proprio a Tea for Two, ai suoi protagonisti, ai suoi epic fail e alle sue conquiste. Ed a chi ogni tanto ha deciso di condividerlo con me.
Rachel Silvera
(1 settembre 2014)