…anniversari

In clima di anniversari in cifra tonda, dopo i 100 anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale (senza dimenticare i 200 dallo sbarco di Napoleone all’Isola d’Elba) siamo al 75° dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale. 75 anni sono un brevissimo periodo in una visione universale della storia. Ma se vogliamo dare retta a coloro che hanno dato della storia una lettura deterministica, lineare o ciclica, il confronto fra il 1939 e il 2014 è piuttosto problematico. L’ineluttabile perfettibilità della società umana non appare realizzata in misura convincente, perlomeno a giudicare dalle vicende della politica internazionale. Anzi, escono semmai rafforzate le letture opposte della storia, tipo quella di Ecclesiaste (1, 9) “Nulla di nuovo sotto il sole”. Rispetto a 75 anni fa, i luoghi specifici dell’orrore e della prevaricazione si sono un poco spostati a oriente, i simboli e i vocabolari dell’estasi distruttiva sono un poco aggiornati, ma l’ambizione di conquista del mondo nel nome di un’idea e la soppressione dei gruppi portatori di un’idea differente esisteva allora ed esiste anche oggi. Così come allora, anche oggi è diffusa in occidente l’opinione che con la ragionevolezza, con la trattativa e con il compromesso il male potrà essere delimitato, soggiogato e neutralizzato. L’esperienza di 75 anni fa ha però dimostrato che solo un forte intervento collettivo costato anni di sangue, fatica, lacrime e sudore ha potutodomare il nemico e porre fine al conflitto. Oggi non si sente l’eco di quella voce. Ma è anche giusto sottolineare che la storia non si ripete mai, e che i vincitori e i vinti non sono mai gli stessi.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(4 settembre 2014)