Qui Roma – Museo della Shoah, primo passo una mostra nell’area commerciale Eur
Le polemiche non si placano, ma dopo tante voci l’ipotesi prende corpo: con ogni probabilità saranno i locali di Eur Spa in piazza Guglielmo Marconi ad ospitare il Museo della Shoah di Roma. È l’orientamento che sembra emergere a seguito della riunione svoltasi ieri pomeriggio nei locali della Fondazione dedicata al museo in via Florida. L’allestimento e l’area commerciale di lusso White Gallery, almeno in un primo momento, saranno costrette a coabitare sotto lo stesso tetto in un’area di seimila quadrati in tutto, di cui quattromila e 500 dedicati alla Memoria. Le installazioni museali, all’inizio, saranno comunque ridotte a una mostra che potrà essere circoscritta in un migliaio di metri quadrati.
Presenti alla riunione, fra gli altri, il presidente della Fondazione Leone Paserman, il direttore scientifico Marcello Pezzetti, il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici, gli assessori di Roma Capitale Paolo Masini e Giovanna Marinelli.
Sarebbe stato quindi definitivamente accantonato il prestigioso e simbolico progetto di Villa Torlonia, per 18 anni residenza di Benito Mussolini, sul quale lavorava da anni l’architetto Luca Zevi dopo l’acquisto del fondo da parte di Roma Capitale con un’operazione di permuta (15 milioni di euro) e la deroga al patto di stabilità voluta dal governo Monti che aveva permesso l’erogazione di altri 21 milioni dalla cassa depositi e crediti. Erogazione, quest’ultima, non convertibile per altre destinazioni.
“La riunione – afferma Paserman – è stata utile per ottenere alcuni chiarimenti. In particolare sul fatto che fossi stato tenuto all’oscuro dell’operazione Eur: l’assessore Masini mi ha spiegato che ciò è avvenuto perché aspettava di avere tutti i dettagli prima di informarmi. Se di questa cosa si è saputo prima sui giornali è perché c’è stata una fuga di notizie”.
L’iter deliberativo passerà ora dalla trattativa tra Eur Spa e il Campidoglio fino alla presentazione di una proposta alla fondazione. La sfida, ribadita ieri in via Florida, è quella di inaugurare i locali con la mostra sulla liberazione dei lager, inizialmente prevista negli spazi del Vittoriano. La data, simbolica, quella del prossimo 27 gennaio: in quel giorno ricorrerà infatti il settantesimo anniversario dalla liberazione di Auschwitz-Birkenau.
“Il nostro impegno è questo. L’esposizione – sottolinea Paserman – occuperà tra l’altro una superficie di circa 1000 metri quadrati, quindi pienamente integrabile nel nuovo contesto. Per procedere all’allestimento della mostra sarà sufficiente avere accesso alla struttura qualche settimana prima. Per allestire il Museo della Shoah vero e proprio i tempi saranno invece molto più lunghi”.
Le molte ipotesi che si sono rincorse in questi giorni, i nuovi scenari che prendono forma, le diverse impostazioni adottate in corsa hanno suscitato un vivace dibattito nell’opinione pubblica e, da parte di alcuni, forti perplessità. Ultimo in ordine di tempo ad intervenire il senatore del Pd Luigi Manconi, che ha espresso il proprio rammarico in una lettera aperta inviata al sindaco Ignazio Marino: “Non posso pensare – si legge – che un’amministrazione per la quale ho votato con convinzione voglia affossare un’iniziativa così importante per lo sviluppo culturale e civile della nostra città e del nostro paese. Per questo ti anticipo che, se questa ipotesi non venisse abbandonata, sarei dalla parte di chi riterrà necessario, e ancor prima doveroso, chiedere alla magistratura e alle autorità competenti di verificare la sussistenza di un grave danno erariale. Un danno provocato dall’inutile acquisto dell’area destinata al Museo della Shoah e dalle spese già sostenute e da sostenere”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked