Allontanare i lupi
Attraversiamo tempi molto difficili per il dialogo interreligioso. Però qui, tra noi, abbiamo stabilito forti legami di amicizia, di valori comuni e di obiettivi identici riguardanti il vivere insieme in un’armonia di differenze. Dobbiamo continuare a lavorare uniti per sconfiggere le orrende forze di distruzione che vanno affiorando in diverse parti del pianeta. La sfida è grande. Una famosa favola per bambini potrebbe servire come metafora per il mio messaggio di oggi.
“Cappuccetto Rosso e il Lupo” è una nota leggenda popolare raccontata prima da Charles Perrault in Francia nel diciassettesimo secolo e riscritta poi dai Fratelli Grimm, in Germania. La storia narra di una ragazzina che viene mandata dalla madre a portare del cibo alla nonna malata. Malgrado la mamma le abbia raccomandato di non parlare con gli sconosciuti e di non deviare dal percorso tracciato nel bosco, la ragazzina decide lo stesso di esplorare la foresta e di parlare con un lupo che incontra, che a lei pare amichevole, dicendogli dove sta andando e dove si trova la casa della nonna. Quando arriva a destinazione, il lupo ha già mangiato la nonna, travestendosi da essa. Cappuccetto Rosso, che pare sospettare qualcosa, dice “Che occhi grandi che hai, nonna!” e il lupo travestito da nonna risponde “per guardarti meglio”; “Che orecchie grandi che hai oggi” – “Per sentirti meglio”. E alla frase “Nonna, che bocca grande che hai oggi”, il lupo risponde “Per mangiarti meglio”, e se la mangia in un colpo solo. Un tagliaboschi (o cacciatore) che si trova lì vicino sente le urla, accorre sul posto, spara al lupo, gli apre la pancia e sia Cappuccetto Rosso che la nonna ne escono illese. In un’altra versione tuttavia, non appare nessun tagliaboschi (o cacciatore) e sia la nonna che la ragazzina rimangono vittime della furbizia e della voracità del lupo.
Il prototipo di questa storia potrebbe essere il racconto di Giona e la Balena, in cui Giona viene sbalzato fuori da una nave durante una tempesta, viene inghiottito da una balena, e alla fine viene espulso e salvato attraverso l’intervento divino (di Dio, Gesù o Allah a seconda delle varie tradizioni). In realtà, la storia di Giona fa parte del folklore comune ai testi sacri di tutte e tre le religioni monoteiste, la Torah, il Nuovo Testamento e il Corano, e ognuna la interpreta in modo leggermente diverso. Nel mondo laico, Cappuccetto Rosso è stato interpretato diversamente dalle varie culture attraverso la Storia. Oggi vorrei offrire un’altra interpretazione che considero opportuna.
Tutti riceviamo dei consigli – dalle nostri madri, dai nostri padri, dalle nostre famiglie, dalle nostre tradizioni religiose, dalle nostre culture, dalle nostre scuole – su come evitare i pericoli nel nostro cammino, nel nostro percorso di vita, mentre socializziamo e proviamo a costruire un mondo migliore. Ma la nostra eredità culturale Europea ha impresso in noi il dono del libero arbitrio, dono protetto dai sistemi giuridici delle nostre democrazie. Abbiamo dunque la libertà di scegliere di seguire o meno i consigli che ci vengono dati, posto che rispettiamo il diritto degli altri di fare lo stesso e che non causiamo danno ai nostri vicini. Impariamo a rispettare ed apprezzare le differenze nelle tradizioni e le consideriamo un arricchimento delle nostre culture native. L’Europa è composta dalla coabitazione pacifica tra molte tradizioni culturali, etniche e religiose differenti. Questa è l’essenza della nostra “cultura del vivere insieme”.
Ma ci sono luoghi nel mondo in cui le società non tollerano differenze di credo, di costume, di abbigliamento o di orientamento sessuale – dove un gruppo impone le sue regole sugli altri membri dellà societa utilizzando la forza, lo stupro, la tortura, la violenza e l’omicidio per costringerli alla conformità, per imporre la loro volontà e punire e uccidere senza pietà tutti coloro che scelgono di non allinearsi, coloro che scelgono il loro senso individuale di libertà per cercare significato nella loro vita, a modo loro. Gli orrori di queste società totalitarie, lo sappiamo tutti, hanno dominato gran parte del secolo scorso con il Nazismo, il Comunismo e le varie forme di Fascismo. Per costoro, e per i nuovi “ismi”, la santità di ogni vita umana – così come ci viene insegnata dalle nostre religioni e dalle nostre costituzioni democratiche – non esiste. L’individuo viene sacrificato in nome di una qualche ideologia o ideale astratto, che viene troppo spesso falsamente identificato con una religione.
Il “lupo” che si nasconde nell’ombra del nostro percorso di libertà qui in Europa e che sta seminando distruzione attraverso mandrie barbariche in molte parti del Mediterraneo, del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Africa ha molti nomi, ma è in essenza un fanatismo barbaro che sfrutta il sentimento religioso per i suoi fini perversi, trascinando con sè orde di seguaci dal cervello lavato, tra cui un numero crescente di novizi reclutati in Europa e negli Stati Uniti da una piccola ma rumorosa minoranza di predicatori dell’odio. E allo stesso tempo, un altro “lupo” chiamato “estremismo nazionalista” – un fenomeno che consideravamo morto e sepolto assieme alle tragiche guerre del diciannovesimo e del ventesimo secolo – sta devastando il nord-est dell’Europa…
Oggi quindi, noi che crediamo profondamente nella libertà di pensiero e di religione, nella libertà di credere o non credere, nel rispetto reciproco e nella coabitazione, nel vivere insieme di molte culture e molte religioni, mentre scegliamo liberamente il nostro percorso all’interno della foresta della vita, siamo diventati molto sospettosi degli angoli bui, di chi potrebbe rivelarsi essere un lupo travestito. Dobbiamo sentirci uniti mentre cerchiamo di prevenire l’arrivo di una nuova era barbarica. Non vogliamo dover sparare al lupo e aprirgli la pancia per lberare le sue vittime. Preferiremmo tenere i lupi ben lontani dalla nostra civiltà prima che sia troppo tardi, e impedire che violino tutti i diritti umani, che stuprino, che torturino, che convertano a forza e che uccidano così tante persone innocenti.
E quindi, per tenere a bada i lupi, per tenerli lontani dalla preziosa civiltà umanista che abbiamo ereditato attraverso il sangue, il sudore e le lacrime di generazioni passate – una civiltà basata sulla libertà, sul rispetto e sul vivere insieme le nostre differenze (e prima di arrivare al punto in cui l’unica alternativa rimasta sia una guerra totale contro una nuova era barbarica) – dobbiamo unire tutte le varie voci della nostra società aperta, tollerante, multiculturale e multireligiosa rispondendo con forza e unità. Insieme, senza paura di parlare apertamente, di alzare la voce se necessario e condannare quel che è male, possiamo creare una inconquistabile forza del bene. Se non abbiamo paura di riconoscere, definire ed affrontare questo pericolo, se continuiamo a coltivare l’idea che il bene sia più forte del male, saremo capaci di tenere i lupi lontani dal nostro continente e di indebolire la loro presa sul resto del mondo.
Lisa Billig, AJC
(Il testo del discorso, pronunciato in occasione del meeting interreligioso della Comunità di Sant’Egidio ad Anversa, è pubblicato anche da Vatican Insider)