Setirot – Grazie Milano

jesurumCerto, il calore del gigantesco abbraccio con cui un numero incredibile di milanesi ha accolto e seguito anche quest’anno i tre giorni del Festival Jewish and the City. Sicuro, la generosità con cui relatori, artisti, Comune, organizzatori, volontari e cittadini si sono messi in gioco parlando, ascoltando, confrontandosi sul tema di Pesach – insomma comunicando “il lungo cammino verso la libertà” che oggi più che mai ci interroga. Indubbiamente, l’empatia talvolta straordinaria tra alterità che si mettevano a confronto. Innegabilmente, la forza e la spinta ad andare avanti che viene dalla constatazione che cultura, rispetto, dialogo sono armi che non temono avversari. A questo proposito c’è una piccolissima “cosa” letta in Rete il giorno prima che iniziasse il Festival che mi rende particolarmente orgoglioso, e felice di condividerla adesso con tutti. Sul sito Per i diritti umani, sotto il logo della nostra manifestazione era scritto: «Molti hanno chiesto di boicottare questo festival a causa della guerra tra Israele e Palestina, ma noi pensiamo che la cultura possa essere veicolo di pace. Attraverso la conoscenza reciproca i popoli hanno l’opportunità di avvicinarsi e di comprendersi. E, infine, un conto sono le scelte politiche di alcuni e un altro sono i comportamenti di tanti. Quindi, vi diamo comunicazione del Jewish in the City, Festival Internazionale di cultura ebraica…». Bello, no?

Stefano Jesurum, giornalista

(18 settembre 2014)