…confronti
“È molto importante che gli studenti siano aperti ad altri modi di pensare, anche se alla fine dei conti non li dovessero accettare. Una simile apertura conduce a un certo tipo di umiltà e rispetto nei confronti di chi ha idee differenti, mentre la mancanza di una simile apertura conduce a una certa qual sfrenata arroganza e condiscendenza”. Sono parole del rabbino Jeremy Wieder, Rosh Yeshiva della Yeshiva University a New York dove insegna Torah e Talmud. Il rabbino Shlomo Einhorn (Modern Orthodox) non la vede in maniera differente: quando è arrivato alla sinagoga Istituzionale del West Side nel 2005 c’era a mala pena minyan il Sabato mattina. Ma dopo la realizzazione del cosiddetto “Rock ‘n’ Roll Shabbaton” (un evento che ha visto anche la partecipazione di Roger Dartley, il frontman degli Who) la Comunità si è ampiamente ripopolata. Nelle sue lezioni cita con la stessa facilità i Led Zeppelin, Bob Dylan e il Talmud. Arye Klapper è invece l’ideatore del Center for Modern Torah Leadership, lavora da oltre dieci anni nel campus dell’università di Harvard a Boston ed è fermamente convinto che lo studio della Torah non possa essere slegato da interrogativi forti sulla trasformazione della società contemporanea. Sono solo tre dei quindici nomi di rabbini ortodossi e non, segnalati dalla rivista Tablet Magazine, che si sono messi alla ricerca di nuovi percorsi educativi e comunitari costruendo esperienze inedite e significative fra gli ebrei degli Stati Uniti. L’immagine che ne emerge è quella di una comunità molto lontana dalla crisi di cui si parla in continuazione. Certo non si tratta di una realtà statica; è, mi pare, un mondo a cui guardare con curiosità e interesse, specialmente perché aperto a un necessario confronto con i grandi mutamenti della società contemporanea. Un aspetto che anche in Europa potrebbe e dovrebbe produrre buoni frutti.
Gadi Luzzatto Voghera, storico
(19 settembre 2014)