#NotInMyName – Giovani musulmani contro l’Isis
“L’Isis non rappresenta l’Islam perché: non ha un comportamento islamico, uccide persone innocenti, perché è disumano, perché non ha alcun rispetto per le donne” e così via, una carrellata di motivi per gridare #NotInMyName, non a nome mio. A parlare, un gruppo di musulmani coraggiosi, che ha deciso di combattere contro la campagna di odio perpetrata dall’ultimo incubo mondiale, l’Isis. Per uscire dalla spirale di morte, è necessario urlare al mondo: “Quello che state facendo non lo fate per onorare l’Islam. Perché questo non è Islam, non lo aiuta né è fatto a mio nome. Io sono musulmano e condanno tutto questo”. Ma le parole non bastano, hanno deciso di metterci la faccia: il video e il corrispettivo hashtag #NotInMyName, stanno diventando virali, grazie all’iniziativa di Active Change Foundation, che dal 2003 lavora per prevenire la violenza in strada, le tensioni ed il proliferare di estremismo tra i giovani. Con sede a Londra, l’associazione è stata fondata da Hanif Qadir, il quale, intervistato qualche mese fa dal giornale di Harvard, ha spiegato: “Gli estremisti citano il libro sacro senza considerare il contesto o le circostanze. Quando ci ritroviamo a parlare con dei giovani che stanno prendedo questa strada, li chiediamo: Ma le parole di questi versi quando ci sono state rivelate, in quali circostanze e come possono essere applicate oggi?” E alla domanda, se e come può essere vinta la guerra contro il terrore risponde: “Può essere vinta ma si deve intervenire all’interno delle comunità. L’aiuto del governo e delle istituzioni nel supportare organizzazioni come la nostra può essere incisivo”. Cambiare la vita in meglio, questo il motto di Hanif Qadir che dopo ogni drammatico evento riunisce i suoi ragazzi e si confronta con loro. Lo slogan #NotInMyName intanto continua imperterrito il suo giro intorno al mondo. Su twitter si legge: “Non sono musulmano ma rispetto le altre culture e credi religiosi e supporto #notinmyname”, “Una campagna onesta e necessaria, dobbiamo tutti salire a bordo#notinmyname” “L’uccisione di David Haines è stato un gesto barbarico #notinmyname”. Perché l’indignazione deve pur avere ancora qualche potere.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(19 settembre 2014)