Qui Napoli – Quale futuro per l’Europa

Allo stato attuale dei processi di integrazione in Europa analizzati in questi giorni, qual è il ruolo che devono porsi le organizzazioni europee? Questo l’interrogativo aperto con cui Jonathan Chaloff della International Migration Division della Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) ha voluto concludere questa mattina il seminario J-YES // Jewish Youth European Summit organizzato dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia e dalla European Union of Jewish Students a Napoli. Dove i partecipanti provenienti da tutta l’Italia e tutta l’Europa hanno avuto l’occasione di passare un caldo shabbat accolti dalla Comunità ebraica napoletana, nel quale hanno potuto avviare un vero e proprio confronto per comprendere a fondo tutte le realtà europee. Il pomeriggio di sabato è stato infatti denso di scambi e di dibattiti, con una prima parte dedicata alla relazione da parte di ognuno dei giovani leader presenti, sulla situazione della vita ebraica nei diversi paesi e alle iniziative prese dalle unioni giovanili per contrastare razzismo e xenofoobia. Se in Francia, con il Front National che ottiene sempre più consenso e mira a una presidenza nel 2017, anche i più ottimisti si sentono in pericolo e si constata all’interno della comunità ebraica un forte fenomeno di emigrazione destinato a crescere, e nel Regno Unito gli studenti sono impegnati a lottare contro il movimento BDS sempre più forte nei campus universitari, la Polonia negli ultimi hanno ha visto una rinascita della vita ebraica soprattutto tra i giovani. Preoccupazione anche in Norvegia, dove si verificano sempre più spesso episodi di violenza contro gli ebrei, e in Ungheria, dove il partito di estrema destra Jobbik ha sempre più influenza. Situazione delicata anche in Slovacchia, dove la presenza ebraica è ridotta a una percentuale estrememente bassa, e in Austria, vista sempre più dagli ebrei dell’Europa dell’Est come una comunità di passaggio prima di compiere l’alyah. La seconda parte dei lavori è stata dedicata a trovare proposte da portare alla OSCE Conference on Anti-Semitism, che si svolgerà il prossimo novembre a Berlino nell’ambito del Civil Society Forum, alla quale i partecipanti di J-YES sono stati invitati per formare una delegazione di studenti ebrei che avrà la possibilità di indirizzare proposte e istanze direttamente a leader governativi. Tre i diversi temi affrontati da altrettanti gruppi di discussione: i fenomeni di negazionismo e revisionismo storico, i discorsi di incitamento all’odio di stampo razzista in rete, e il rapporto tra antisemitismo e antisionismo che caratterizza le reazioni nel mondo in relazione al conflitto mediorientale. Molti spunti di discussione “che sono sono l’inizio di un lavoro di perfezionamento e aggiunta per far sì che proprio i giovani, che sono stati molto incoraggiati a prendere parte attiva alla conferenza, siano giustamente portatori di proposte innovative”. Queste le parole di Jane Braden-Golay, presidente della European Union of Jewish Students.
Francesca Matalon twitter @MatalonF