Italia – Israele, i passi da fare
Dal 2004 esiste anche in Israele il Com.It.Es., il Comitato rappresentativo degli Italiani all’estero, che è l’organismo eletto dai cittadini italiani a tutela dei loro interessi di fronte alle autorità nei diversi paesi del mondo. I Com.It.Es. generalmente vengono eletti sulla base delle circoscrizioni consolari, ma solamente in quelle che includono almeno 3.000 iscritti. In Israele esistono due Consolati d’Italia, a Tel Aviv e a Gerusalemme. Il primo supera ampiamente il quorum necessario, ma il secondo no. Vi è poi un problema politico: l’Italia, come tanti altri paesi, non riconosce Gerusalemme come parte dello Stato d’Israele, ma solamente come parte della cosiddetta Circoscrizione Speciale. E così appaiono infatti i documenti rilasciati dal Consolato Generale di Gerusalemme. A volte invece appare la didascalia Jerusalem (ZZZ), oppure Gerusalemme (Asia). Nonostante queste strane, buffe e problematiche diciture, nel 2004 grazie all’attivo intervento dell’allora Ambasciatore d’Italia in Israele, Giulio Terzi di Sant’Agata, si riuscì a costituire un Com.It.Es. unificato per Tel Aviv e Gerusalemme. In proposito fu approvato un apposito decreto ministeriale. Da allora il Com.It.Es. Israele ha attivamente svolto la sua funzione sotto la presidenza dell’avv. Beniamino Lazar, e la partecipazione degli altri 11 consiglieri. In totale la rappresentanza di Gerusalemme in consiglio è di 7 persone su 12.
Ora, in vista delle elezioni per il rinnovo dei Com.It.Es. in tutti i paesi del mondo il prossimo 19 dicembre, l’Ambasciata italiana a Tel Aviv ha diramato una direttiva che separa fra le due circoscrizioni consolari, e quindi di fatto esclude Gerusalemme e il circondario dalla partecipazione al voto. La nuova delibera è spiegata con ragioni strettamente amministrative, ma di fatto in questo caso ha implicazioni squisitamente politiche. Significa che il ministero degli Esteri preferisce non confermare lo Status quo che era stato stabilito nel 2004 e lo modifica a favore di una lettura più restrittiva e di fatto recessiva della relazione fra i cittadini italiani residenti nello Stato d’Israele e lo Stato italiano.
In questo momento è in corso un dialogo, amichevole nella forma ma non semplice nella sostanza, fra il Com.It.Es. Israele e l’Ambasciata italiana a Tel Aviv, alla ricerca di una soluzione che sia soddisfacente per tutti. Una di queste potrebbe essere quella della creazione di un Com.It.Es. non elettivo ma nominato per la sola circoscrizione di Gerusalemme, come già avviene in alcuni altri casi al mondo. Ma è abbastanza increscioso che si debba dedicare tempo e energie a queste discussioni legali proprio con la delegazione diplomatica guidata dall’Ambasciatore Francesco Maria Talò che fin dal primo giorno ha dimostrato il suo sincero affetto per Israele e per la comunità degli Italkím, e che con grande intelligenza, passione e ottimi risultati concreti ha sviluppato le relazioni bilaterali molto amichevoli fra i due paesi. Va anche considerato che la maggioranza delle istituzioni rappresentative degli Italiani in Israele, in particolare il Tempio Italiano, il Museo Umberto Nahon, l’Irgun Olé Italia, la Società Dante Alighieri hanno la loro sede e i loro principali attivisti a Gerusalemme. E tutto questo senza assolutamente voler dimenticare l’importante lavoro svolto dall’Istituto Italiano di Cultura a Tel Aviv e a Haifa.
C’è solamente da augurarsi che nella gestione dei rapporti fra Italia e Israele il MAE a Roma – che è il solo responsabile della situazione che si è creata – non provi nostalgia per gli ormai archeologici tempi del trio Craxi-Andreotti-Forlani. Sono passati anni luce da allora e sarebbe davvero peccato. Ma siamo certi che così non sarà.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(23 settembre 2014)