Ticketless – Tobler
Domenica scorsa, 21 settembre, era la Giornata della Pace. Ci avviciniamo alle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra. L’Ateneo degli Imperfetti di Marghera e il Centro studi libertari di Venezia organizzavano un convegno molto interessante, anche per il titolo scelto dai promotori: “Tu sei maledetta. Uomini e donne contro la guerra: Italia, 1914-1918”. Prima che scoppiasse la guerra era impossibile immaginare, scrivono gli organizzatori, “un evento che utilizzasse la tecnologia disponibile ai fini di un massacro di massa in Europa per la durata di quattro anni”. Fin da subito gli Stati in Europa iniziarono a sacralizzare l’evento: “Un massacro per cui non si trovavano parole veniva reso dicibile rendendo omaggio alle ragioni che l’avevano prodotto”. Ma contemporaneamente racconti, canzoni, articoli, libri, luoghi di riunioni , manifesti, disegni si moltiplicavano in tutta Europa per manifestare la contrarietà, per dichiarare “Guerra alla Guerra”. Era questo lo slogan che i pacifisti luganesi gravitanti intorno alla rivista “Coenobium” coniarono alla vigilia dello scoppio della guerra. Divenne il titolo di una popolare rubrica che in quei cinque giorni ospitò interventi dei maggiori esponenti del pacifismo d’inizio secolo. La rivista aveva sede vicino a Lugano, a Tesserete, nella casa di un socialista milanese che alla fine del secolo aveva dovuto emigrare per evitare di finire in carcere. Si chiamava Enrico Bignami, per li rami discende da lui il leggendario direttore del “Corriere della Sera”, Giulio De Benedetti, ma non era di questo che avrei voluto parlare, se avessi potuto partecipare ai lavori di questo convegno.
Sono riuscito a salire in treno, questa settimana e ho dovuto dare forfait, scusandomi con gli amici del Centro studi libertari. Tra le immagini che avevo in borsa c’era questa réclame di una celebre marca di cioccolata svizzera, che dal 1914 in avanti funzionò come quarta di copertina per la rivista di Bignami. Quando si dice, con severo cipiglio, la potenza della pubblicità, si sbaglia. Non è sempre stato così, non se ne sono mai accorti nemmeno gli studiosi del Grande Fratello. La cioccolata Tobler disegna un contadino elvetico che con il gesto solenne del suo lavoro antico sotterra armi e reticolati. C’è un grande bisogno di studi libertari.
Alberto Cavaglion
(24 settembre 2014)