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Vittorio Segre – Dan Avni, di cui abbiamo compianto la scomparsa questa settimana a 92 anni, è stato per moltissimi anni il capofila degli interpreti in lingua italiana delle problematiche complesse dell’esistenza ebraica contemporanea. Oltre che un osservatore fine e originale, e spesso imprevedibile e sorprendente, era stato un attivo protagonista delle vicende di molti decenni drammatici ma anche gratificanti. Dan Segre aveva conosciuto da vicino tutti i principali attori della rinascita del popolo ebraico in Israele, e in questa rinascita aveva svolto un ruolo concreto anche se non sempre dichiarato. Ma quello che lo distingueva maggiormente era la lucida capacità di espressione che compendiava una profonda cultura ebraica e generale, una fede adamantina negli obiettivi ideali dell’ebraismo, e a una assolutamente indipendente e a volte anticonformista analisi delle contingenze. Era molto difficile farlo rientrare in categorie di ideologia politica, ed era possibile a volte sentirlo deplorare il crollo inesorabile di certe strutture istituzionali o concezioni di partito, ma in ogni caso si sapeva di aver di fronte uno strenuo e positivo difensore dei diritti e delle prerogative di Israele. Dietro il pubblicista scorrevole e non privo di una sua particolare narrativa stava sempre l’analista profondo e irreprensibile sui fatti e il loro significato. Nell’attuale costellazione della politica e della stampa in Israele, in Italia e negli altri paesi, la voce di Dan Avni Segre ci manca molto e sarà molto difficile eguagliarla.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(2 ottobre 2014)