Una Presidente, tante direttrici

anna segreLa Giornata Europea della Cultura Ebraica appena trascorsa ci ha offerto l’occasione, tra le altre cose, di passare mentalmente in rassegna le donne che hanno avuto ruoli di responsabilità all’interno dell’ebraismo italiano e di renderci conto una volta di più del loro numero esiguo, soprattutto quando si tratta di cariche importanti e visibili (basti pensare che abbiamo avuto una sola Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane). In questo panorama un po’ desolante, che peraltro riflette la desolazione della società italiana in generale, fanno curiosamente eccezione i giornali ebraici, e non solo quelli di oggi. Pensiamo per esempio a Lia Levi, che ha fondato e diretto Shalom, a Hulda Brawer Liberanome, dal 1989 alla guida di Firenze ebraica (oggi Toscana ebraica), a Giorgina Arian Levi, fondatrice e prima direttrice di Ha Keillah, o ancora a Fiona Diwan, che dirige il Bollettino della Comunità Ebraica di Milano, e a molte altre. Sarà forse perché dirigere un giornale richiede una grande mole di lavoro certosino e spesso poco visibile, quel tipo di lavoro che facilmente viene rifilato alle donne? O perché significa stare perennemente in ansia come le madri ebree?

Anna Segre, insegnante

(3 ottobre 2014)