…moderati
Un bell’articolo di Bernard-Henri Lévy sul Corriere di ieri ripropone il tema dell'”Islam moderato”. Lévy esalta il coraggio dei musulmani che in questi giorni, a Londra, in Germania, in Francia e anche, con condanne aperte degli imam, in molti paesi arabi, manifestano contro i crimini dell’islamismo. E polemizza non contro chi fa di tutt’erba un fascio, e crede impossibile che esista un Islam “moderato”, come si potrebbe pensare guardando ai toni della stampa italiana, ma invece contro quanti, in nome dell’ideologia di sinistra, credono che questi musulmani si facciano manipolare dall’Occidente e condannino i crimini dell’Isis solo per conformismo. Quasi non ci volesse invece un grande coraggio a farlo pubblicamente, di fronte a nemici che maneggiano con disinvoltura non le parole ma le spade. La guerra attuale contro l’Isis è anche una guerra interna al mondo islamico, ci ricorda. “Siamo tutti nella stessa barca. Ma loro sono in prima linea: bisogna che vincano”.
Dovrebbero ricordarlo tutti, da destra come da sinistra, e capire quanto importante sia aiutare l’opposizione all’Isis dentro il mondo islamico. A meno che non si voglia proprio, in nome di due opposte ideologie, spingere tutti i musulmani sulle posizioni dei macellai dell’Isis. Una cosa ancora vorrei aggiungere. La situazione sta cambiando molto rapidamente, i criteri di analisi non sono già più quelli di sei mesi fa. L’Isis raccoglie molti convertiti dall’Occidente, e non solo seconde o terze generazioni di immigrati musulmani, ma forse anche europei. È un fenomeno nuovo, che ha cambiato la realtà precedente. Se non lo capiremo, gli renderemo più facile la vittoria.
Anna Foa, storica
(6 ottobre 2014)