Modiano e “l’arte della Memoria”
Memoria, oblio, identità, colpa. Non sono certo temi banali, quelli di Patrick Modiano, che quando ha saputo di aver vinto il Nobel ha commentato “c’est bizarre!” e ha “l’impressione di aver continuato a scrivere lo stesso libro per 45 anni”. Ha scritto una trentina di romanzi, e libri per bambini, sceneggiature cinematografiche, testi di canzoni. La sua scheda sul sito ufficiale è, come per tutti i vincitori, semplicissima, e di Modiano, premio Nobel per la letteratura 2014, si legge che è nato il 30 luglio 1945 a Parigi, “ove risiedeva al momento dell’annuncio”. Segue la motivazione del premio: “per l’arte della memoria con cui ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale sotto l’Occupazione”. Francese, madre fiamminga e padre ebreo italiano, autore di una trentina di libri molto noti in Francia e pochissimo tradotto in inglese, ha una storia che per nulla corrisponde alla semplicità della scheda ufficiale, a partire dalla data di nascita. Modiano, infatti, per almeno una decina d’anni dopo la pubblicazione della sua prima opera – “La Place de l’Étoile”, 1968 – ha continuato a dichiararsi nato nel 1947, quasi a distanziarsi il più possibile dalla fine della seconda guerra mondiale.