Nugae – Corsette chic

fmatalonMangiare cioccolata, togliere gli scarponi dopo una giornata di sci, fare l’acquisto dei sogni a un prezzo scontato, guardare la pioggia incessante fuori dalla finestra, ci sono alcune cose che effettivamente sono universalmente connotate come positive. Ma no, adesso va più di moda dire: “Non c’è niente che mi piaccia più di una bella corsetta”. Apparentemente ci si sente liberi, leggeri, felici, e non affaticati, indolenziti, sudati come un tempo. Ma per favore. I corridori, quelli che sono in ogni dove a fare jogging con l’ipod a palla e la felpa in vita, sono persone le cui abitudini comprendono uscire la mattina alle sei senza assumere nessun tipo di prima colazione per muoversi un po’ prima di andare al lavoro, che affollano parchi fangosi anche quando piove sui loro vestimenti leggeri di tessuto sintetico traspirante e sui freschi pensieri che l’anima schiude annebbiata dal fiatone, e una delle cui ragioni di vita è correre una qualche maratone benefica indossando pettorine che starebbero male persino a Claudia Schiffer. Allora i casi sono due: o si tratta di individui non afflitti da bisogni materiali tipo dormire o bere una tazza di caffè per essere produttivi al mattino, con capelli liscissimi che non necessitano di un’ora di manutenzione prima di essere presentabili al lavoro post immersione nella dannunziana pioggia, e che riescono ad abbinare alle scarpette persino la t-shirt della Stramilano – in pratica, che rasentano la perfezione – oppure, molto più probabilmente, mentono spudoratamente. Perché davvero, a parte il fatto che fa chic, non si capisce come questo scenario presenti lati positivi. “Ma sai, è un’attività sportiva del tutto gratis e la posso fare davvero ovunque, anche quando viaggio molto”, sarebbe una risposta molto convincente se fosse accompagnata dalla frase “dunque insomma, è un sacrificio che faccio volentieri per la mia salute”. E invece no, questo non succede mai. Piuttosto, un’appassionata una volta ha sospirato: “Sono proprio contenta di trasferirmi da Gerusalemme a Tel Aviv, così potrò andare a correre sul lungomare”. Per carità, sarà anche più carino, ma il lungomare non è più simpatico da godere sprofondati in una sdraio? La verità è che pare che correre faccia rilasciare al corpo una sostanza che rende felici, tipo quello che succede mangiando cioccolato. Si vede che alcuni corpi però ne sono privi. E se questa sembra un’invettiva piena di ammirazione un po’ frustrata, va bene – perché in effetti lo è.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF

(12 ottobre 2014)