Il volto del Memoriale

rassegna“Il Museo della Shoah così non si era mai visto. L’immagine inedita, pubblicata dal mensile Pagine ebraiche, svela come il Museo sarà inserito nell’area adiacente alla residenza di Mussolini. E racconta quale sarà l’impatto anche nel contesto circostante”. Sul Corriere della Sera Alessandro Capponi racconta, dando un’anticipazione del numero di novembre di Pagine Ebraiche, la configurazione che avrà il Museo della Shoah della Capitale. “’Roma avrà il suo Museo della Shoah e la struttura, fondamentale per l’intera società italiana, troverà sede nell’area di Villa Torlonia’: è l’incipit dell’articolo di Adam Smulevich su Pagine ebraiche – scrive Capponi – che mostra dunque anche il futuro prossimo dell’area”. Dall’articolo di Pagine Ebraiche, il giornalista del Corriere riprende anche le parole dell’architetto Luca Zevi, responsabile del progetto del Museo della Shoah.

Slogan anti-immigrati, nuovi e preoccupanti alleanze in Europa, espulsioni interne. Beppe Grillo continua la sua campagna populista alla guida del Movimento Cinque Stelle e, al parlamento europeo, per far rinascere il gruppo euroscettico “abbraccia con Nigel Farage il polacco Robert Jaros Iwaszkiewicz”(Repubblica). Uno che, difendendo il leader negazionista del suo partito Knp , affermava: “Ha semplicemente detto che non ci sono prove che Hitler fosse a conoscenza dell’Olocausto”. Alleanze pericolose a Bruxelles che sembrano aver diviso i rappresentanti del Movimento in Europa. “Un passo verso destra – scrive il Corriere della Sera – che starebbe già creando malumori tra gli eurodeputati”.

Su Repubblica, Gabriele Isman riporta la notizia della decisione del Museo di Auschwitz di far rimpatriare l’installazione italiana presente al memoriale. E l’Aned, come conferma la consigliera Grazia Di Veroli, sta già lavorando per trovare all’opera una nuova ubicazione. In merito ai lavori sulla sezione italiana del memoriale di Auschwitz, Isman riporta le parole di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma: “Con la mediazione del governo – il virgolettato di Pacifici ripreso da Repubblica – si è trovata la soluzione per quel memoriale che, a parte una scritta di Primo Levi, nulla racconta della deportazione italiana. Ora sarà possibile costruire un comitato con l’Unione delle comunità ebraiche italiane per sviluppare un’opera di narrazione sul modello di quelle che vediamo qui per altri Paesi come la Francia”.

“Riconoscere lo Stato di Palestina?”, il quesito a cui risponde Furio Colombo sul Fatto Quotidiano, riflettendo sulla recente mozione del Parlamento britannico in cui si chiedeva appunto il riconoscimento dello Stato palestinese. “I deputati inglesi hanno detto una cosa impossibile nelle relazioni internazionali, una cosa che non ha niente a che fare con la politica di Netanyahu – scrive Colombo – Si sono impegnati nel riconoscimento di uno Stato che, al momento, continua a rinnovare il proposito di distruggere l’altro Stato. Purtroppo (e senza contare le bandiere nere dell’Isis che sventolano poco lontano) la tragedia continua”.

“Usa, ai nazisti espulsi la pensione di Stato in cambio dell’oblio”, titola La Stampa sul caso che ha investito gli Stati Uniti in queste ore. Secondo le ricostruzioni dell’Associated Press, la Casa Bianca avrebbe negoziato negli anni ’70 con decine di criminali nazisti, arrivati nel paese dopo la seconda guerra mondiale: in cambio della loro fuoriuscita volontaria dal suolo americano e del loro silenzio, il governo di Washington avrebbe infatti pagato laute pensioni ai criminali nazisti (tra cui Martin Hartmann e Jakob Denzinger, ex guardie nazista del campo di concentramento di Auschwitz ) oramai fuori dal paese.

Vergognosi insulti e tentativi di boicottaggio via web alla pièce teatrale dell’ israeliano Hanoch Levin, diretta da Andrée Ruth Shammah e di scena domani al Parenti. “Che ghiotta occasione: ma guarda questi ebrei, questi sionisti! E il Parenti gode di fondi pubblici: vanno tolti! Sciò, Shammah e amici. I sostenitori della causa palestinese boicottino il teatro! Questo in un post sulla pagina di Shammah – riporta il Corriere della Sera – che la regista ha lasciato visibile per mostrare a molti quanto stupidità, ignoranza e razzismo siano gramigna rigogliosa”.

Daniel Reichel

(21 ottobre 2014)