Israele – La Capitale e i suoi rabbanim
Verranno eletti oggi i due nuovi rabbini capi, ashkenazita e sefardita, di Gerusalemme. La votazione avverrà nel pomeriggio tra le 4 e le 7 (ora israeliana) e i risultati saranno comunicati subito dopo. A esprimere la preferenza è un’assemblea di 48 membri, che comprende 24 rappresentanti del Consiglio cittadino, 12 rappresentanti designati dal Ministero per i servizi religiosi, e 12 rappresentanti designati da diverse sinagoghe della città. Nell’elezione, fortemente influenzata dalla politica, al momento sono dati per favoriti Arye Stern per la posizione di rabbino capo ashkenazita e Shlomo Amar per quella di rabbino capo sefardita. Rav Stern, candidato di corrente sionista religiosa, ha ottenuto il sostegno politico del partito HaBayit HaYehudi. Candidato per la medesima posizione, sostenuto dai partiti haredi, rav Moshe Haim Lau, figlio dell’ex rabbino capo d’Israele Yisrael Meir Lau e fratello dell’attuale rabbino capo di Tel Aviv David Lau. Per quanto riguarda la parte sefardita, rav Amar ha presentato la sua candidatura solo due settimane fa. Nonostante di corrente haredi, il leader del partito Bayit Yehudi Naftali Bennet e il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat hanno deciso di sostenerlo. Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, la decisione sarebbe stata presa per sfavorire gli altri candidati Shmuel Eliyahu, di corrente sionista religiosa, e rav Haim Amsalem, sostenuto dai partiti liberali. Amar è inoltre riuscito ad ottenere il sostegno di Shas, garantendosi una vittoria quasi assicurata.
In pochi sanno che il primo Rav Harashì di Yerushalym fu un italiano, Rabbi Ovadia ben Avraham di Bartenura. Autore di un importante commento alla Mishnah, Ovadia ben Avraham è nato a Bertinoro (Forlì). Nel 1455 volle emigrare in Erez Israel, e durante il suo viaggio passò per Roma, Napoli, Palermo, Messina, Rodi e Alessandria d’Egitto dove visitò le varie comunità ebraiche. Arrivato finalmente a Yerushalaim nel 1488 trovò una piccolissima e povera comunità ebraica di sole 70 famiglie di cui fu nominato Rav Harashì. Si adoperò affinché fosse permessa l’emigrazione degli ebrei espulsi dalla Spagna e dal Portogallo e rimasto in contatto con l’Italia fece arrivare fondi di Zadakah per aiutare gli ebrei del posto”.
Michele Steindler