Nugae – La realtà veste Chanel

matalonPersino il mercato di Gerusalemme sembra ordinato quand’è in bianco e nero. Non è che sia un giudizio da veri intenditori chiaramente, però è questa la sensazione che rendono gli scatti del fotografo newyorchese Paul Margolis. Anzi bisognerebbe specificare, in bianco e nero e nemmeno troppo definiti, perché sono stati eseguiti con una macchina fotografica piuttosto datata e ovviamente con i rullini. Decisamente vecchio stile, o meglio vecchio e basta. Perché questo genere così vintage adesso va pure un po’ troppo di moda, ma almeno lui lo fa sul serio, senza effetti rovinanti e scolorenti del cellulare. Troppo facile così. Margolis, che di professione fa il fotografo normale con una macchina digitale, per arte è andato in giro per Israele con il suo gioiello d’antiquariato fotografico, tra Gerusalemme, Haifa, Tel Aviv e Beersheva, immortalando scenette di vita quotidiana con adorabile spirito ellenistico. E poi ha sviluppato i rullini, sempre da solo. “Trovo questo processo artigianale molto soddisfacente, il rullino per me è una cosa reale. L’idea di numeri zero e uno che formano le immagini non lo è altrettanto, non è concreta”, ha raccontato al Times of Israel. In effetti persino i miei due amici che tutti gli anni si scrivono vicendevolmente gli auguri di compleanno in codice binario risultano abbastanza insopportabili, figuriamoci sapere che anche la mia faccia è fatta solo da numeretti incomprensibili. Ma anche tralasciando questo horror numeri un tantino estremo, bisogna dire che il bianco e nero è molto più elegante. Senza colori è tutto più essenziale, meno confusionario e più armonico. È come se la realtà indossasse solo tailleur di Chanel, come fa a non sembrare chic. Anche una t-shirt con su scritto ‘staff’ fa un po’ meno inorridire se indossata in una foto in bianco e nero. Forse si tratta solo di un tentativo vigliacco di rifuggire le sfumature e aggrapparsi a una dicotomia facile facile. E allora? Almeno in foto si può fare, tanto poi all’imbrattata vita vera non si scappa comunque.

Fancesca Matalon, studentessa di lettere antiche

(26 ottobre 2014)