Monte San Savino, la memoria ebraica riscoperta
Il Gruppo di Studi storici della Comunità fiorentina ha iniziato il 16esimo anno di attività con un incontro dedicato al ricordo del professor Roberto Salvadori che per decenni si è dedicato con tanta passione ad approfondire e divulgare, con numerose ed apprezzate pubblicazioni, la storia della presenza ebraica in Toscana soffermandosi in particolare sulle Comunità di Firenze, Pitigliano e Monte San Savino. L’interesse per quest’ultima è scaturito come docente di Storia dell’Università di Siena nella sezione di Arezzo, dove ai primi dell’800 era nata una piccola comunità ebraica costituita proprio dagli ebrei savinesi espulsi dalla loro cittadina a seguito dell’attacco operato nel 1799 dalle bande armate al grido di “Viva Maria!”.
Un numeroso e qualificato pubblico ha partecipato, nella sala della Comunità, presenti anche vari familiari, alla presentazione del bellissimo libro, riccamente illustrato “La Nazione ebrea di Monte San Savino e il suo Campaccio”, ora edito dalla Giuntina, cui ha dedicato le sue ultime energie, e la cui stampa è stata curata con molta passione da Mauro Perani, Jack Arbib e Renato Giulietti .
La storia della nascita di questo importante lavoro è stata brillantemente raccontata da Mauro Perani, docente nell’Università di Bologna, che si è particolarmente soffermato sui bellissimi epitaffi delle tombe del cimitero, mentre Renato Giulietti, per anni archivista del Comune di San Savino, ha ricordato i vari eventi storici che hanno portato alla presenza degli ebrei per alcuni secoli in quella cittadina ai confini con lo Stato della Chiesa. Quindi l’architetto Renzo Funaro, uno degli autori, ha parlato, proiettando anche un interessante filmato, della “riscoperta” dell’antico cimitero e dei vari lavori negli anni operati per renderlo più accessibile e protetto con l’appoggio del Comune e soprattutto con le sovvenzioni del gruppo di tripolini residenti in Israele, raccoltosi attorno a Jack Arbib, che ha lanciato l’idea di adottare questo antico “campaccio” toscano al posto dei loro cimiteri distrutti in Libia.
Ha preso la parola anche uno degli altri autori presenti, Angelo Bardelli, che ha ricostruito le genealogie di molte importanti famiglie vissute a Monte San Savino, in particolare i Passigli. A chi scrive è toccato l’onore di aprire la serata avendo da un trentennio legato una profonda reciproca amicizia con il “maestro” Roberto Salvadori, conosciuto proprio nell’archivio della Comunità quando ambedue lavoravamo sui “Viva Maria”, soggetto ripreso in questo libro. Nei prossimi giorni questo volume sarà presentato da Mauro Perani a Tel Aviv insieme a Jack Arbib, lì residente, e desidero chiudere riportando parte del suo saluto da me letto:
“Coscienti del suo stato di salute, abbiamo cercato di completare questo libro, da lui largamente ispirato, al più presto possibile. Con mio grande rammarico, non riuscimmo a presentargli il volume stampato. Ma nel dicembre 2013 gli spedii le bozze e così rispose: non è senza emozioni che leggo la presentazione delle ‘nazione ebrea di Monte San Savino’ e la tua introduzione che mi coinvolge, scoprendo le mie ‘passioni’ nascoste e attribuendomi un titolo che fa tremare le vene e i polsi, e questo alle soglie della conclusione della mia lunga vita, quasi a suo sigillo. Mi colpisce, così, la tua passione analoga e diversa che ha posto il nostro rapporto sotto il segno di un’amicizia crescente.
Dopo di allora, non mi fu più possibile vederlo, perché nel marzo 2014 mi scrisse che non era più in grado di ricevere visite. La Mishnah dice: Non hai l’obbligo di portare a termine l’opera, ma non sei esente dal cercare di completarla.
Mi sembra che questo pensiero possa essere un omaggio alla memoria di Roberto Salvadori e una fonte di ispirazione a noi”.
Lionella Viterbo
(29 ottobre 2014)