Setirot – Noa

jesurumSere fa, a Milano, durante il concerto di Noa (bellissimo per altro, straordinario – ovviamente a mio modesto giudizio), mi guardavo intorno e notavo la pressoché assoluta assenza degli ebrei della mia città. La lontananza di molti mi era chiara, un legittimo e manifesto (ancorché da me non condiviso) gesto/messaggio politico. La distanza di altri mi era incomprensibile (tutti impegnati proprio quella sera?).
Sia come sia, ho provato grande tristezza. Sì, perché di assimilazione si parla e si sparla sempre e solamente ragionando di regole halachiche, di ghiurìm, di matrimoni misti, di Talmud Torah più o meno aperti e via elencando. Però c’è un’altra assimilazione, quella che porta a dimenticare gioie, dolori, rispetto, contraddizioni, amore per il confronto, valori universali propri da sempre dell’ebraismo. Una assimilazione che trasforma i “social network de noantri” e sempre più anche i nostri rapporti intracomunitari in curve da stadio di calcio. Stiamo perdendo, dal mio punto di vista, importanti pezzi di identità. E ne provo dolore.

Stefano Jesurum, giornalista

(30 ottobre 2014)