Gli applausi di Grossman

rassegnaDavid Grossman torna protagonista in Italia. Il Corriere della Sera dedica al celebre scrittore israeliano – che il prossimo 13 novembre aprirà a Milano il festival letterario BookCity – la copertina del settimanale Sette: all’interno, una lunga intervista, firmata da Alessandro Vigna, presenta l’ultimo libro di Grossman, Applausi a scena vuota (Mondadori) di cui Repubblica riporta una breve anticipazione. “Il protagonista è Dova’le, diminutivo di Dov che in ebraico significa orso, ed è un comico – scrive nella sua recensione su Repubblica Wlodek Goldkorn – Ma è un comico sgraziato, scorbutico, talvolta pericoloso per gli altri, come può essere appunto un orso”. Attraverso Dova’le, Grossman racconta se stesso e la realtà israeliana, su cui si sofferma a lungo nel corso dell’intervista al Corriere. Rispetto al conflitto, parla di un’armatura di cinismo che avvolge israeliani e palestinesi, ormai scettici su una prospettiva di pace. “Il primo, e il peggiore, esempio di questo – afferma Grossman – è il nostro primo ministro, Benjamin Netaniahu. Persona di talento, ma senza visione, concentrata solo sul prevenire la guerra. L’incapacità di credere in una situazione migliore è rinizio della sconfitta”. Ancora sul conflitto, a causa del quale Grossman ha perso un figlio, lo scrittore suggerisce come via per combattere il fanatismo di Hamas e il suo successo a Gaza, la possibilità di trovare un accordo in Cisgiordania. “Hamas agisce in modo brutale verso gli stessi palestinesi – afferma il romanziere – Possiamo stemperare il sostegno che riceve, se i palestinesi della Striscia vedono che quelli della Cisgiordania ottengono buone condizioni di vita. Se non vicano più dentro l’ombra dell’occupazione, se i loro figli possono crescere meglio, se la prosperità è una realtà possibile!”.

Rimanendo in tema rispetto alle questioni mediorientali, Israele ha appreso che la Corte Penale Internazionale non si occuperà del caso Mavi Marmara, l’episodio che nel 2010 vide coinvolti gli attivisti di una delle navi della Freedom Flottilla e le forze armate israeliane. Nove persone, di nazionalità turca, rimasero uccise nello scontro, aprendo una crisi diplomatica tra Israele e Turchia,come ricorda la Stampa. Avvenire, invece, parla dell’impegno del primo ministro Netanyahu a mantenere la calma a Gerusalemme, sconvolta nelle ultime settimane da rivolte e da due attentanti, uno compiuto lo mercoledì contro su cui, come racconta l’Osservatore Romano, è arrivata la condanna del segretario Usa John Kerry. Il Monte del Tempio, o Spianata delle Moschee, è il luogo a più alta tensione. “Netanyahu ha parlato ieri con il re di Giordania Abdallah – scrive Avvenire, che – ribadendo l’impegno di Israele a ‘non modificare lo status quo’ che impedisce agli ebrei di pregare sulla Spianata, come invece vorrebbe la destra religiosa”. Ancora su Israele, Fabio Scuto sul Venerdì di Repubblica racconta il mondo haredi israeliano, prendendo spunto dal recente rifiuto di alcuni ultraortodossi di sedersi accanto a delle donne su di un volo della compagnia El Al. Nell’articolo, che non sembra voler approfondire la complessità del mondo Haredi, diverse inesattezze. Tra cui l’affermazione che gli ultraortodossi rappresenterebbero un terzo della popolazione israeliana mentre i dati parlano del 10%.

Rispetto alla cronaca italiana, il leghista Matteo Salvini continua la sua campagna elettorale e rilascia un’intervista a La Stampa in cui si rivolge, con l’arma del populismo, ai delusi del Movimento Cinque Stelle come a quelli del centrodestra, non disdegnando quelli di Casapound. Accusato da molti di giocare con le pulsioni xenofobe e razziste di questo paese, Salvini afferma che “noi siamo l’argine al razzismo, se non ci fosse la Lega la gente non avrebbe una proposta politica e si farebbe giustizia da sola”. Parole simili a quelle scritte un anno fa da Grillo – ai cui elettori si rivolge ora Salvini – che affermava di essere “l’argine democratico contro fascismo e razzismo”.

Mentre su La Stampa Salvini critica il primo ministro Mattero Renzi – che per il leader della Lega vive a “pane e sondaggi” e non ha “un progetto” – sul Corriere spazio alle parole rilasciate al Financial Times da Yoram Gutgeld, consigliere economico dello stesso Renzi. Il parlamentare Pd, con cittadinanza italiana e israeliana, definisce una “’bomba atomica’ la doppia operazione del governo, tra tones e Tfr in busta paga, sui salari dei contribuenti con i redditi medio bassi”.

Daniel Reichel

(7 novembre 2014)