Napoli, 150 anni di vita ebraica in mostra
Dall’infamante editto di espulsione promulgato dai regnanti spagnoli alla scintilla che tornò a brillare tre secoli dopo grazie alla famiglia Rothschild, dall’incubo nazifascista ai nuovi progetti di futuro.
Traccia un raggio ampio la mostra “La Comunità Ebraica di Napoli, 1864 – 2014: 150 anni di storia” che si inaugura mercoledì 12 novembre nella città partenopea (la sede è quella, altamente simbolica, della Biblioteca Nazionale) con il sostegno della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della Regione Campania, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici.
Curata da Giancarlo Lacerenza del Centro di Studi Ebraici L’Orientale, la mostra – con un secondo momento espositivo in programma presso l’Archivio di Stato (14 gennaio-28 febbraio) – si sviluppa per ambiti tematici e si apre con l’esposizione di arredi liturgici e varia documentazione a stampa che dal Quattrocento ci porta fino all’avvento in città della celebre famiglia di banchieri cui si deve, nel 1821, l’avvio di una vera e propria rinascita ebraica. Furono infatti i Rothschild a prendere per primi in affitto i locali di via Cappella Vecchia dove ha ancora oggi sede la sinagoga e a fondare un ospedale israelitico a Porta Posillipo.
I pannelli successivi illustrano invece la vita culturale e religiosa della Comunità (quella formalmente istituita nel 1864) insieme alle grandi avventure commerciali dei suoi protagonisti: il primo negozio in città di battitura e scrittura a macchina The Empire, della famiglia Soria, la prima sala cinematografica di Mario Recanati, la Fabbrica di Biancheria Finissima Salvadore Campagnano, il Setificio Sinigallia, la ditta Samia o la Pace Cagli. Rilievo viene inoltre dato ai documenti sulla famiglia Ascarelli con riferimento particolare alla figura di Giorgio, fondatore nel 1926 dell’Associazione Calcio Napoli.
Si apre quindi il doloroso capitolo delle leggi razziste e della Shoah per arrivare alla difficile ripartenza post-bellica e al ruolo assunto dalla Comunità, in tempi più recenti, come volano dei focolai di risveglio ebraico in corso nel Meridione.
“Questa mostra è il coronamento di un percorso iniziato lo scorso anno con la visita del presidente Napolitano a Villa Pignatelli in occasione delle celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Un ringraziamento va al dottor Lacerenza per la qualità e l’intensità del suo lavoro. Il risultato che si è ottenuto è infatti egregio, grazie anche all’aiuto dei volontari che ci hanno dato una mano”, afferma il presidente della Comunità ebraica Pierluigi Campagnano. Mercoledì, al suo fianco, anche il consigliere UCEI Sandro Temin.
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(Nell’immagine Carlo e Gastone Soria. Il loro fu il primo negozio in città di battitura e scrittura a macchina)
(7 novembre 2014)