Qui Berlino – La Conferenza Osce Lotta al pregiuzio
Era il 2004 quando i rappresentanti degli Stati membri della Organization for Security and Co-operation in Europe si riunirono a Berlino, ospiti del governo tedesco, per analizzare le sfide legate alle manifestazioni di antisemitismo nei loro confini.
È dunque nel decimo anniversario dalla Dichiarazione di Berlino che ne è stata il prodotto, che gli Stati della regione dell’OSCE si riuniscono di nuovo per riaffrontare da una nuova prospettiva questo argomento, nel summit globale del 10th Anniversary of the OSCE’s Berlin Conference on Anti-Semitism che si tiene sempre a Berlino il 12 e 13 novembre.
L’evento non solo mette a confronto rappresentanti governativi e leader politici dei 57 Stati membri dell’OSCE, ma darà anche l’opportunità a organizzazioni non governative di sviluppare e presentare raccomandazioni direttamente agli Stati. La preparazione delle quali avverrà durante la prima delle due giornate in cui si articolerà la conferenza, dedicata al Civil Society Forum on Anti-Semitism.
Più di centocinquanta rappresentanti della società civile discuteranno tra loro su come attuare un implemento degli impegni dell’OSCE, la più grande organizzazione intergovernativa per la sicurezza, nella lotta contro l’antisemitismo. Inoltre, in virtù della volontà del Presidente dell’OSCE Didier Burkhalter di “rafforzare la voce dei giovani e di accrescere il loro coinvolgimento nelle strutture dell’Organizzazione”, il Forum vedrà la partecipazione anche di rappresentanti di organizzazioni giovanili. La European Union of Jewish Students, ONG che fa da ombrello a 35 unioni studentesche ebraiche europee, sarà presente con una delegazione di giovani da diversi paesi europei, “con l’obiettivo di essere fonte d’ispirazione e innovazione”, come ha sottolineato la presidente Jane Braden-Golay.
Incorniciati da sessioni plenarie di apertura e di chiusura, al centro dei lavori saranno i momenti in cui i partecipanti si suddivideranno in commissioni per elaborare le mozioni da presentare ai governi. Sei i temi che verranno affrontati nei diversi gruppi, per portare il dibattito al centro dell’attualità e trovare soluzioni con approccio concreto a tutte le forme in cui l’antisemitismo si manifesta e può essere contrastato. Il rafforzamento della leadership politica nella lotta all’antisemitismo, in un momento come quello attuale particolarmente delicato per la crescita in tutta Europa di partiti e movimenti portatori di istanze razziste e populiste che inseriscono il fenomeno nel dibattito parlamentare, le sfide della sicurezza per le Comunità ebraiche, spesso vittime di attacchi e violenze, e l’antisemitismo in rete, grazie alla quale circolano con facilità estrema propaganda, stereotipi e teorie cospiratorie – questi gli argomenti al centro del lavoro dei primi tre gruppi. Altri lavoreranno invece per trovare risposte al negazionismo e alla distorsione della Shoah, affrontare l’antisemitismo che si manifesta in relazione al conflitto mediorientale, che ha causato numerosi episodi di violenza proprio quest’estate, e infine per comprendere l’impatto delle recentissime contestazioni ad alcune pratiche rituali, come per esempio la macellazione e la circoncisione.
Tutto questo porta alla seconda giornata, al cui centro ci sarà il High-Level Commemorative Event, alla presenza del ministro degli Esteri tedesco Frank- Walter Steinmeier, del direttore dell’OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights Michael Georg Link e del presidente in carica dell’OSCE Brurkhalter, che apriranno i lavori. I rappresentanti governativi e i leader politici rifletteranno per prima cosa sugli sforzi adoperati nella regione dell’OSCE a seguito della Dichiarazione di Berlino, che oltre a condannare l’antisemitismo in ogni sua forma dava delle direttive chiare ai governi per contrastarlo, tra cui progetti educativi, lotta ai crimini di stampo razzista, sostegno alle organizzazioni e aggiornamenti statistici.
Cosa è cambiato nell’ultimo decennio nella società e nella politica? Qual era dunque il significato della Dichiarazione, e in quali parti oggi è ancora rilevante? “Purtroppo, è ancora attuale oggi come lo era dieci anni fa”, questo l’amaro commento di Burkhalter all’indomani dell’attacco terroristico al Museo ebraico di Bruxelles. E per passare dalle parole alle azioni a livello politico e governativo, i rappresentanti presenti dopo essesi confrontati sui reciproci punti di vista ascolteranno le mozioni elaborate dal Civil Society Forum il giorno precedente, che diventeranno così un complemento, un rafforzamento e in qualche caso forse anche una revisione della Dichiarazione di Berlino ormai datata. Quello che rimane certo, come espresso in un comunicato congiunto da Brurkhalter, Steinmeier e Link, è che l’antisemitismo “costituisce una minaccia per la democrazia, i valori della civiltà e pertanto per la sicurezza generale nella regione dell’OSCE e oltre”.
Francesca Matalon
(Nella foto, risalente all’OSCE Conference on Anti-Semitism, svoltasi a Berlino nel 2004, il presidente dell’OSCE Solomon Passy – a sinistra – e il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer)
(12 novembre 2014)