Israele – La calma da ristabilire
Fermato prima che potesse colpire, prima che potesse emulare gli attentatori di Tel Aviv e di Gush Etzion e accoltellare qualche ignaro passante. Nella notte, un giovane 17enne di Ramallah è stato bloccato dalla polizia nei pressi dell’insediamento di Dolev. Portava con sé un coltello. Interrogato dagli agenti, ha confessato il suo piano: dirigersi a Gerusalemme via autostop e, una volta nella capitale, accoltellare il guidatore di un autobus. Li chiamano “lupi solitari”, attentatori improvvisati che agiscono individualmente, istigati dalla propaganda palestinese contro Israele e gli ebrei ma autonomi nel pianificare le proprie azioni terroristiche. Per questo più imprevedibili. A farne le spese lunedì due ventenni, Dalia Lemkus e Almog Shiloni, uccisi dalla mano dell’odio. Agli attentanti è seguita un’inevitabile stretta sulla sicurezza, con l’ampio dispiegamento di forze da parte di Israele in particolare nell’area della West Bank. A Gerusalemme, il giro di vite intanto sembra aver dato i suoi frutti, dopo le turbolente settimane con il Monte del Tempio al centro della contesa e della rabbia. “Secondo le mie valutazioni si può già avvertire una situazione diversa in città”, ha dichiarato il capo della polizia Yochanan Danino questa mattina, rivelando un cauto ottimismo. Contemporaneamente il ministro degli Interni Yitzhak Aharonovich ha sottolineato come ci sia stato un drastico abbassamento delle violenze negli ultimi giorni nella Capitale israeliana, riferendosi alle proteste legato al luogo sacro per ebrei e musulmani. Aharonovich ha anche avvertito che l’ondata di terrorismo non si è conclusa ma che “non permetteremo ai terroristi di cambiare lo status quo del Monte del Tempio”.
(13 novembre 2014)