…mondo

Tempi duri per il nuovo ordine mondiale. Obama ha preso una sonora batosta alle elezioni intermedie. Hollande in Francia ai minimi storici. In Catalogna venti di secessione. Guerra fra separatisti russi e Ukraina. Scaramucce belliche fra Armenia e Azerbaijan. Semifallite le trattative per la denuclearizzazione dell’Iran. Continuano i rapimenti di giovani cristiane in Nigeria. Rivolta militare in Burkina Faso. Le bombe di Hamas impediscono al primo ministro palestinese e al presidente dell’OLP di visitare Gaza. Atti di terrorismo a Gerusalemme, Tel Aviv, in Cisgiordania, disordini nelle città arabe di Israele, repressione da parte della polizia, provocazioni da parte di zeloti ebrei. Bombardamenti americani probabilmente feriscono l’autoproclamato capo del Califfato arabo. Marasma in Siria, Iraq, e al confine turco-curdo. In Italia le forze centrifughe minacciano l’operatività del governo, il Presidente della Repubblica – elemento stabilizzatore – comunque annuncia che se ne va a fine anno. Rimandate di quattro mesi le elezioni dei Comites. C’è anche ebola. In questo quadro, una voce cristallina da Bruxelles suggerisce la soluzione: uno stato palestinese non fra sei mesi, subito. Va bene, ma dopo?

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(13 novembre 2014)