Setirot – Chi semina odio
Può un ebreo la cui immagine del profilo Facebook lo ritrae con tallèd e tefillìn scrivere di un altro ebreo che non la pensa come lui «Me lo dicesse mentre entra nella bocca di un forno crematorio come mia nonna!!!»?
A luglio scorso – in piena guerra di Gaza – mi permisi di formulare da queste colonne un accorato appello ai nostri rabbanìm e a chi autorevolmente può rivolgersi a tutti noi affinché cercassero di fermare la dilagante aggressività “intraebraica” che montava sui social network. Da quell’appello sono passati molti mesi e il quadro – come dimostra la frase iniziale di questa rubrica – è rimasto immutato nella sua desolazione. Anzi, per certi aspetti è peggiorato. Le crociate non si limitano più a chi ha idee differenti dalle proprie, ma si estendono a chi si presume che forse potrebbe avere idee diverse (anche se non le esprime né le ha mai espresse). Un piccolo mondo impazzito che ha perso la consapevolezza del limite e calpesta, a mio avviso, molti valori fondanti. Tutto ciò ha un senso?
Stefano Jesurum, giornalista
(13 novembre 2014)