muri…

Negli ultimi giorni quanto si è parlato di muri, di barriere, di separazioni e quante condanne e giudizi negativi abbiamo espresso contro di essi. I muri separano, le barriere allontanano, le siepi dividono. Tutti abbiamo invocato o siamo stati zitti quanto altri hanno invocato per noi, “un mondo senza barriere”. Al di là del fatto che il populismo di questa invocazione ha nella Storia centinaia di fallimenti, questa stessa invocazione è ipocrita quanto discutibile. Ed ecco che personalmente vengo ad elogiare le barriere, non a seppellire l’uguaglianza tra i popoli e le persone, ma a lodare la difesa che le barriere offrono. La difesa della vita, quando si tratta di una barriera contro il terrorismo, ma anche la difesa della privacy di una persona, del cerchio dei suoi affetti, del limite tra il pubblico e privato, tra ciò che va offerto e ciò che va preservato. Siamo tutti un po’ ipocriti quando invochiamo un mondo senza barriere perché, di fatto, non sono le barriere il problema del mondo, quanto il fatto che non sappiamo gestire le differenze, non sappiamo essere corretti nei luoghi di espressione pubblici, nei luoghi di incontro con l’altro, nelle mille strade di comunicazione che oggi ci offe il mondo ed allora lanciamo un generico e quanto mai inutile “volemosetuttibene” che è la barriera più pericolosa, perché annulla il diverso, appiattisce il confine tra intimo privato e sentire pubblico e, in versione politica-collettiva, crea una mistura folle tra chi spara e chi si difende, chi si protegge e chi offende. La barriera se ben compresa e giustamente costruita è un mezzo di intima introspezione, di allontanamento creativo dal mondo, di riposo e respiro, di attenzione al privato. Avere barriere significa avere consapevolezza che non tutti i luoghi, non tutti i giorni, non tutti gli spazi e non tutte le persone sono uguali. Una barriera è contro il “volemosebene” ed è a favore del rispetto delle diversità, di ciò che non è uguale ma ha i miei stessi diritti ed i miei stessi doveri. Cosa c’è al di là della barriera? Mi risponde il Kohelet, il libro dell’Ecclesiaste, 10,8: “ Chi abbatte una barriere, viene morso da un serpente.” פֹרֵ֥ץ גָּדֵ֖ר יִשְּׁכֶ֥נּוּ נָחָֽשׁ. Un serpente che prima di mordere dirà: “Abbattiamo le barriere, volemosebene.”

Pierpaolo Pinhans Punturello, rabbino

(14 novembre 2014)