Auschwitz, il nodo degli aiuti
“L’Italia evita la figuraccia”. Così il Corriere della sera nel trattare la questione degli aiuti internazionali per la salvaguardia del campo di sterminio di Auschwitz Birkenau sollevata dal quotidiano spagnolo El Pais in un articolo di denuncia in cui è posta in rilievo l’assenza di Spagna e Italia tra i paesi sostenitori del fondo perpetuo istituito da Varsavia nel 2009.
Dei 120 milioni di euro posti come obiettivo di raccolta per il 27 gennaio 2015, data in cui ricorreranno i 70 anni dalla liberazione di Auschwitz, ne sarebbero stati erogati ad oggi circa 102. In testa alla classifica la Germania (60 milioni), mentre la città più virtuosa è Parigi (oltre 300mila). Spagna e Italia sarebbero invece a zero.
“Mi risulta che ci siano contatti tra la presidenza del Consiglio e il governo polacco per risolvere la questione”, spiega il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna al giornalista Paolo Conti secondo cui le polemiche delle ultime ore avrebbero “svegliato” Palazzo Chigi.
Spiega ancora Gattegna: “La nostra presenza è indispensabile. L’Italia fascista fu corresponsabile delle atrocità di Auschwitz accanto all’alleata Germania nazista. II Paese di oggi non ha una responsabilità rispetto al passato ma è doveroso che partecipi a un progetto per evitare che tutto cada nel dimenticatoio. Quel capitolo di storia è una tappa indispensabile nell’educazione delle nuove generazioni. Non abbiamo alcuna motivazione legata al rancore o all’odio. Vogliamo che la memoria resti viva, che I giovani sappiano, che il luogo resti lì a dimostrare cosa è accaduto”.
Ad essere raccolta è anche una valutazione del direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti: “Verrebbe da dire: fatelo per Primo Levi. L’Italia ha una responsabilità primaria nelle deportazioni degli ebrei. Li ha arrestati, li ha radunati in campi prima di concentramento provinciali, poi di transito nazionali e infine li ha mandati a destinazione”.
(18 novembre 2014)