L’unica soluzione
Un anno fa circa, scrissi il mio primo articolo per queste pagine. Una riflessione che riportava la notizia di uno studio linguistico condotto in Israele tra gli arabo-israeliani sul cosiddetto “arabraico”. Poche righe per esprimere come il linguaggio possa diventare un punto d’incontro, una tappa fondamentale verso la reale conoscenza e la comprensione dell’altro. Scelsi questo argomento, perché fin da sempre ho creduto che una coesistenza tra arabi ed israeliani fosse realmente possibile, che in definitiva entrambi costituiscano due popoli i quali potrebbero cooperare, accogliere gli uni gli aspetti positivi dell’altro, e vivere quietamente nella propria diversità ma anche nelle proprie similitudini sulla stessa terra intesa come Israele o West Bank. Purtroppo alla luce degli eventi attuali, questo pensiero sembra prendere costantemente la forma di un’utopia ormai anacronistica e priva di significato. Sono significative le parole del presidente Reuven Rivlin pronunciate a Kafr Qassem: “la minoranza araba è carne della carne di Israele”, ma sembra ancora lontano il giorno nel quale un esponente politico arabo o palestinese potrebbe pronunciare una frase analoga in riferimento ad Israele e al suo popolo. Ciò delinea, che nonostante gli eventuali o presunti errori nel percorso politico dello stato israeliano – quale stato è nato e si è formato nella perfezione? -, da una parte v’è una società che comunque, non ha mai smesso di riflettere su se stessa e di tendere la mano all’altro, e dall’altra un’entità che, almeno nella sua maggioranza, non è mai riuscita a condannare le proprie istanze negative e ad accettare la presenza del vicino. E’ da qui, che evidentemente, comprensibile o meno, molti israeliani hanno perso la fiducia in una pace possibile con la propria controparte, la quale ha preso sempre più le sembianze di un nemico. La via della pace e della coesistenza però , al di là delle modalità per la sua attuazione, rimane l’unica soluzione possibile, l’unica strada realmente percorribile, per quanto ripida e costituita da ostacoli. Come è scritto allora nel celebre fumetto Spider Man, dell’ebreo americano Stan Lee, “With great powers comes great responsibility”, una citazione “popular” che si confà però perfettamente al ruolo che dovrà continuare a mantenere Israele nel suo spazio e agli occhi del mondo, dove “great powers” corrisponde a una grande democrazia.
Francesco Moises Bassano twitter @MoisesBassano
(21 novembre 2014)